Abuso d’ufficio, via libera del Senato all’abolizione. Rissa a sinistra, opposizione in frantumi

7 Feb 2024 18:29 - di Redazione

L’aula del Senato ha dato il via libera all’articolo 1 del disegno di legge sulla Giustizia, quello relativo all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio: con 99 voti favorevoli, 50 voti contrari e 8 astenuti (votoi seghreto). Tutti respinti gli emendamenti che erano stati presentati dalle opposizioni. Si tratta di un tassello importante della riforma penale promessa dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio.  Volano subito stracci tra le opposizioni.

Abuso d’ufficio, Renzi al Pd: “Lasciate la caccia ai grillini”

E’ subito rissa fra Italia viva e il Pd. Contrari all’abolizione, come  noto parte del Pd e M5s. Iv E Azione ghanno votato in linea con la magiggoranza e hanno sparato a zero sul Pd: “È legittimo che il Pd abbia scelto di stare dalla parte del Movimento 5 stelle. Ma non è legittimo che venga a dirci che le posizioni dei sindaci non contano. Se ritiene che le posizioni dei sindaci del Pd non abbiamo diritto di cittadinanza in quest’Aula: mi assumo la responsabilità politica di portare la voce dei sindaci del Pd che chiedono l’abolizione dell’abuso d’ufficio e del traffico di influenze. Tornate in voi e lasciate la caccia ai grillini”, proclama Matteo Renzi, leader di Italia viva, che accende la rissa a sinistra.

Calenda contro il Pd: “Votate contro i vostri amministratori”

Gli fa eco Carlo Calenda:  “Il modo in cui il Pd si sta arrampicando sugli specchi per spiegare perché è contrario all’abolizione dell’abuso di ufficio contro il parere di tutti i suoi amministratori è oggettivamente imbarazzante. Un partito che per inseguire i 5S è approdato al populismo giudiziario”. La bordata al Pd e del  leader di Azione, su X. L’opposizione si sfalda come neve al sole.

La replica imbarazzante di Boccia

Francesco Boccia, presidente dei senatori del Pd, tenta una replica: “I sindaci del Pd la pensano esattamente come i gruppi del Pd e come il Pd. Avere strumentalizzato alcune dichiarazioni pubbliche di singoli amministratori che sono stati condizionati dalle proprie vicende personali è scorretto”. Sarà scorretto ma è la realtà dei fatti.  La votazione era a scrutinio segreto e ha permesso di avere il polso della situazione sulla base dei voti favorevoli e contrari che sono alla fine stati conteggiati. Gran parte degli amministratori, di qualunque schieramento politico, hanno caldeggiato l’abolizione per evitare paralisi al sistema.

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