Agricoltura, Occhetto bastona la sinistra con la puzza sotto al naso: “Torni a pensare alla terra”

14 Feb 2024 8:13 - di Leo Malaspina

“Il demone della diseguaglianza! E chi se non la sinistra, qualora sappia ritrovare le sue radici, dovrebbe capire questo?”.
La bocciatura alla sinistra con la puzza sotto al naso, che ha perso il contatto con i proletari agricoli, con i trattori e la terra da coltivare e rendere ricchezza per la nazione, arriva da uno storico esponente del Pci, Achille Occhetto, che “sdoganò” i comunisti trasformando quella sinistra, in senso di minacciosa, sigla politica che richiamava gli orrori dello stalinismo, in un simbolo molto più rassicurante, quel Pds che dopo la Bolognina sarebbe stato chiamato, non senza sconfitte, a traghettare quel mondo verso il Pd di oggi.

Agricoltura, Occhetto memoria storica che ironizza sulla sua sinistra snob

L’ex senatore Achille Occhetto, ultimo segretario del Pci e primo del Pds, è stato Parlamentare europeo, membro del Consiglio d’Europa e senatore dal 2001 al 2006. Oggi, in una lettera aperta a Repubblica, interviene per commentare “l’impetuoso movimento dei trattori che attraversa le campagne e le città d’Europa”, e che ieri ha visto una soluzione, al momento fiscale, alle richieste del settore da parte del governo.

Occhetto critica le politiche europee e invita, sull’agricoltura, la sinistra a fare il suo dovere. “L’Europa si sta ritirando su una linea di autodifesa elettorale del tutto irresponsabile. Ed è proprio a questo punto che tutta la sinistra europea dovrebbe, se c’è, battere un colpo. Mettendo a fuoco il tema centrale su cui dovrebbe fare il suo mestiere. E cioè sul fatto che la crisi agricola sta lì a dimostrare che non ci sarà nessuno sviluppo effettivo senza una riduzione reale delle diseguaglianze sociali. Questo è il vero messaggio che avevamo il dovere di fare affiorare dal polverone delle ruote dei trattori e dalle diverse rivendicazioni di un movimento articolato, che si è cercato di unificare ideologicamente e indistintamente contro l’Europa”.

Le ingiustizie dimenticate sul pianeta Terra

Occhetto ha un approccio old style alla questione, parla di agricoltura partendo dall’antico tema delle ingiustizie sociali, “che nulla hanno a che vedere con i vincoli ambientali ” e i pesticidi. “A mio avviso dovrebbe essere compito primario e unitario di tutte le sinistre porsi il problema centrale di risolvere il dilemma, canagliescamente proposto dalla destra, tra sviluppo economico e rischio ecologico. Operando con saggezza e decisione sui due lati del corno. Dal lato economico muovendo con maggiore decisione nella direzione della ‘qualità’ dello sviluppo, e dal lato ecologico, accompagnando anche gli obbiettivi ecologici con misure sociali che investano le politiche agro-industriali, e quelle del mercato del lavoro. Ma accanto ai vincoli legali occorre mettere mano alle riconversioni. Una tale consapevolezza dovrebbe guidarci in due direzioni: quella di non allontanare nel tempo gli impegni per la salvezza del Pianeta e quella di non definirli burocraticamente, senza corredarli, sia pure a grandi linee, di obbiettivi di riconversione produttiva e di sostenibilità sociale“.

La sinistra estranea al mondo agricolo

Occhetto accusa la sinistra di sentirsi estranea al mondo agricolo,” se cerca di individuare le differenze interne, gli interessi contrapposti, gli evidenti conflitti sociali”. “In sostanza si tratta di stare dentro il conflitto sociale, scegliendo da che parte stare. Comprendendo le ragioni del conflitto. Non lanciando solo volantini dall’esterno, dove, probabilmente si scriveranno cose analoghe a quelle che sto sostenendo. Ma favorendo la formazione di una nuova rappresentanza interna, guidata da una più avanzata consapevolezza culturale, capace di collegare le esigenze immediate del mondo contadino al destino della sua terra”, conclude l’ex segretario del Pci e del Pds.

Le lacrime di Achille alla Bolognina

 

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