Amadeus replica a Elena Cecchettin: “ll monologo contro i femminicidi è stato bello, non mi scuso”
Elena Cecchettin ha criticato la presenta dei protagonisti di Mare Fuori sul palco dell’Ariston. “Le frasi ascoltate su quel palco sono roba da baci Perugina. E soprattutto sono frasi sull’amore. Ma l’amore non ha nulla a che vedere con la violenza maschile contro le donne”. Così la sorella di Giulia, la ragazza uccisa barbaramente dall’ex findanzato Filippo Turetta, ha criticato l’intervento mercoledì 7 febbraio al festival di Sanremo del cast di ‘Mare fuori’ sul tema della violenza contro del donne. Ha poi condiviso sui social il post – dello stesso tenore – della scrittrice Carlotta Vagnoli. Nel suo post Vagnoli aveva definito “un siparietto intriso di pinkwashing“ l’intervento degli attori della serie televisiva.
Non ha tardato ad arrivare la replica di Amadeus, dispiaciuto ma risoluto nel difendere la bontà dell’intervento sul palco dell’Ariston. Il conduttore non si scusa: “Esprimo il massimo dolore per quello che è accaduto a Elena Cecchettin e alla sua famiglia. E rispetto il suo parere, ma secondo me l’intervento di Mare Fuori è stato bello”. Il conduttore ha risposto alle domande dei giornalisti nella tradizionale conferenza stampa pomeridiana che precede la quarta serata. “Se la chiamerò privatamente? No, non la conosco. Non ho il cellulare. Credo di non aver offeso nessuno. Chiami qualcuno quando ti devi scusare, non quando non devi farlo”, aggiunge Amadeus.
Questo- in parte- il testo del monologo cher non è piaciuto ad Elena Cecchettin. “Ascolta, è la prima parola. Una donna che ti parla si fida di te, non trattarla mai con sufficienza o con fastidio. Neanche quando ti sembra che si stia lamentando di qualcosa, perché c’è differenza tra lamentarsi di te e lamentarsi con te”, ha iniziato Giovanna Sannino (Carmela). Poi Matteo Paolillo (Edoardo):
“Accogli è la seconda. Nessuno si merita la violenza di dover aderire ad aspettative altrui, di essere considerato troppo o troppo poco. Non ancora o non più. Facciamo invece sentire sempre chi amiamo accolto, esattamente per quello che è perché tutti noi abbiamo il diritto di essere amati ‘proprio perché’”. “Accetta, è la terza. Non sempre l’amore dura e dopo un percorso condiviso può succedere di dover spezzare un cuore, pur di non spezzare noi stessi. Perché siamo al mondo per fiorire e non appassire all’ombra di rapporti in cui non ci riconosciamo più. Ecco perché amare a volte può voler dire accettare che le persone siano felici anche senza di te”, ha detto Yeva Sai (Alina). Quindi Domenico Cuomo (Cosimo) ha continuato: “Impara è la quarta. L’amore è un lavoro e impararlo è forse la cosa più importante per la quale siamo qui. Ci riusciremo solo con un’applicazione quotidiana, tu insegni le tue parole e lei insegna le tue, fino a quando non inventerete le vostre”. In seguito ha preso la parola Antonio D’Aquino (Milos), dicendo: “Verità è la quinta. Abbandoniamo gli stereotipi del vero uomo e della vera donna, per ambire a essere uomini veri e donne vere. Gli uomini veri e le donne vere vivono e amano nel mondo, accolgono le proprie diversità e quelle degli altri come risorse, sapendo che sono proprio quelle a renderli liberi”.