Arte e fascismo, la mostra al Mart di Rovereto dal 14 aprile. Dal Futurismo al ritorno all’antico per esaltare la tradizione italiana
Al Mart di Rovereto dal 14 aprile al 1 settembre si terrà la mostra “Arte e fascismo” a cura di Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari. La mostra analizza i vari e complessi modi in cui il regime fascista influenzò la produzione figurativa.
Durante il Ventennio, accanto al persistere di ricerche di avanguardia legate al Futurismo, si delineò nettamente in Italia una linea che confluì nel movimento del Novecento italiano, creato da Margherita Sarfatti. Il ritorno all’antico, funzionale all’affermazione della grandezza della tradizione italiana, trovò varie declinazioni, dal rinnovato sguardo ai maestri antichi dei protagonisti di Novecento, all’arte sospesa nell’incanto del Realismo magico, fino a più radicali affermazioni di un’arte di propaganda volta alla costruzione del consenso.
Lo stesso modello di una ritrovata armonia tra tradizione e modernità avrà il sostegno da parte del regime, alla ricerca della definizione di un’arte di stato. Allo stesso tempo, i nuovi luoghi del potere divengono strumento di affermazione attraverso un linguaggio classicista e razionalista che coinvolge architettura, scultura e arte murale, rinate sotto l’impulso di una rinnovata volontà celebrativa.
La mostra rievoca le principali occasioni in cui gli artisti diedero voce all’ideologia, ai temi e ai miti del fascismo, ma anche alle proprie personali attitudini slegate dai temi imposti, attraverso la partecipazione alle Biennali, alle Quadriennali alle mostre sindacali, a concorsi e a commissioni pubbliche. Le diverse sezioni in cui l’esposizione sarà suddivisa intendono ripercorrere i temi e le istanze più rilevanti della ricerca artistica durante il Ventennio, a partire dall’ideologia futurista. (nella foto Angiolo Mazzoni, Stazione ferroviaria di Siena: veduta verso il lato Empoli con il fabbricato alloggi e la torre di luce, 1933-35)