Dal trattore alla Jaguar: un video imbarazza l’ex “forcone” Calvani, l’anti Meloni e Lollobrigida
Non tutti i trattori vengono per marciare, non tutti i trattori vanno d’accordo, non tutti i trattori sono come quelli dell’ex “forcone” Danilo Calvani, con cerchioni in lega, aria condizionata e carrozzeria cromata, una bella comodità per colui che ha trovato nel governo Meloni e nel ministro Lollobrigida lo strumento per attaccare gli “odiati” nemici di Coldiretti, lanciando accuse di connivenze segrete e patti politico-elettorali. La galassia della protesta degli agricoltori è variegata e per certi aspetti, dietro le buone ragioni di tutti, o quasi, cela un duello di contrapposizioni e di veleni, l’uno contro l’altro armati di trattori e striscioni. Ma quando in piazza spunta una Jaguar, qualcuno un po’ si imbarazza.
Trattori divisi alla meta, con Calvani in Jaguar
C’è l’ala degli ex forconi, guidata da Danilo Calvani, l’anti-Lollo, che snobba il palco di Sanremo ma rosica al pensiero che ci possano andare altri, minaccia marce su Roma e blocchi stradali e considera il governo il primo responsabile dei problemi della categoria. “Siamo contro le politiche green europee, il governo non ha fatto nulla per tutelarci – ha detto oggi ai giornali – Chiediamo l’annullamento di tutti i patti bilaterali. Contestiamo il Green corridor perché permette di importare prodotti da paesi che non rispettano le norme fito-sanitarie. Sono accordi avallati da Coldiretti… Lollobrigida? Un incapace”. Peccato che proprio in queste ore sia virale un video del dicembre scorso, girato a Genova, nel quale Calvani salutava i suoi fans, dopo un comizio, facendo il segno della vittoria dal finestrino di una vettura non proprio simile a un trattore, una Jaguar di lusso, blu notte, con tanto di autista, come da video in basso. Al momento della partenza per Torino c’era stato uno scambio di battute con un giornalista che gli chiedeva informazioni sull’uso di quel tipo di auto. Calvani aveva risposto che la Jaguar è di proprietà di un conoscente che gli aveva offerto un passaggio per i suoi incontri nel Nord Italia. Ma in tanti, nel movimento dei trattori, avevano storto il naso per il profilo padronale dell’ex forcone. Calvani, peraltro, è anche vittima di fuoco amico, visto che il movimento dei “forconi” siciliani, nella persona di Mariano Ferro, lo attacca duramente. “Autoproclamarsi leader è sbagliato. Questa protesta è nata sulla scia di quelle in Germania e Francia e non ha bisogno di capi. I prezzi sono schizzati dall’inizio della guerra in Ucraina e a farne le spese siamo soprattutto noi agricoltori che siamo i più deboli, in particolare al Sud”.
L’anima toscana del movimento degli agricoltori
La seconda “anima” dei Cobas dell’agricoltura, che non si riconosce in Coldiretti ma non tracima in posizioni politiche pregiudiziali, è quella dei toscani di “Riscatto agricolo”, il movimento guidato dal toscano Salvatore Fais che negli scorsi giorni aveva lanciato la “Marcia su Roma”, muovendo una colonna di trattori dalla Valdichiana. Nei giorni scorsi il movimento ha diffuso un documento con le sue richieste: dalla revisione completa della politica agricola europea al mantenimento della detassazione di Irpef e Imu, dalle agevolazioni per l’acquisto di carburante agricolo al divieto di importare prodotti da quei paesi dove non sono in vigore regolamenti produttivi come quelli vigenti in Italia. Oggi quelli di “Riscatto” hanno proposto quattro nomi di propri delegati da mandare sul palco di Sanremo, senza arrivare alle accuse di Calvani, che teme un filtraggio di persone filogovernative per parlare all’Ariston. Un tutti contro tutti che non aiuta il movimento neanche nel farsi rappresentare al festival, al punto che con ogni probabilità sarà lo stesso Amadeus a leggere un messaggio degli agricoltori, senza intervistare nessuno. Ma chi lo scriverà?