Dalla Sardegna uno “squilletto” di tromba, ma la sinistra non ha conquistato il Palazzo d’inverno
Auspicavano uno squillo di tromba (Bersani dixit) ma dalla Sardegna è arrivato solo uno squilletto. Chiunque vede che una vittoria di misura (tremila voti in più di Alessandra Todde rispetto a Paolo Truzzu) conseguita grazie al voto disgiunto (forse dovuto a qualche insano risentimento) è un po’ poco per sostenere che sta “cambiando il vento”. Non solo: ma i partiti e le liste di centrodestra sono in vantaggio (48,8%) rispetto alle liste della sinistra (42,6%). Non è stata la conquista del Palazzo d’inverno, anche se sia Conte che Schlein hanno tutto l’interesse a gonfiare il verdetto sardo, anche pensando al voto del 10 marzo in Abruzzo.
Il centrodestra ora eviti la rissa
E il centrodestra dovrebbe ora, con grande senso di responsabilità, evitare ogni tentazione rissosa e concentrarsi sull’obiettivo Abruzzo. Attendendo con fiducia che la suggestione del campo largo torni a frantumarsi e che riprenda il braccio di ferro tra Schlein e Conte per la leadership di uno schieramento dove il centro non è rappresentato (Calenda intende andare avanti per la sua strada solitaria). Uno schieramento le cui geniali intuizioni politiche sono: sostegno ai Pro-Pal anche quando bruciano le bandiere di Israele o le effigi della premier ai sit in, città a 30 all’ora e canto di Bella ciao a squarciagola. C’è dell’altro? No.
Campo largo o campo giusto? Conte già fa i distinguo
E’ vero che la segretaria Schlein esce rafforzata dal voto sardo ma quanto ci vorrà perché tornino ad affacciarsi le accuse di subalternità ai grillini? E come non notare che Giuseppe Conte già si rifiuta di usare l’espressione campo largo adottando quella, molto più cauta, di “campo giusto”? C’è da chiedersi, infine, quanto questa vittoria della sinistra, risicatissima, sia anche figlia dell’effetto-manganello, cioè di un racconto distorto su una deriva “cilena” della gestione dell’ordine pubblico cui in troppi incautamente si sono accodati (mentre è sicuro che i poveri studenti martiri saranno presto dimenticati nell’euforia di un risultato che può essere sventolato come prima seria “ferita” inferta a un avversario decisamente temibile come Giorgia Meloni).
E ora si guardi all’Abruzzo
Tornando al centrodestra sarà bene dunque tenersi alla larga dai pontificatori ex-post, cioè quelli che danno lezioni a cose fatte e che colgono al volo l’occasione propizia per soddisfare il proprio ego e lenire un qualche passato risentimento. Alla leader della coalizione e presidente del Consiglio spetterà tirare le somme rispetto a quanto avvenuto, con la consueta capacità di visione che la contraddistingue: tutti sanno infatti che la vera grande partita si gioca in Europa e per l’Europa. La Sardegna, con tutto il suo rispettabilissimo elettorato che equivale a meno della metà degli abitanti di Roma, è un test significativo ma non certo risolutivo. Lasciamo nel frattempo che la sinistra si culli nelle sue illusioni. L’avversario che si sopravvaluta è sempre meno insidioso di un avversario risentito e pieno di rancore.
Attenzione al voto disgiunto!!! E’ un modo subdolo di vincere pur non ottenendo la maggioranza dei voti della coalizione.
Giorgia Meloni è certamente GRANDE, ma oggi dovrebbe assoggettarsi ad un atto di contrizione e di umiltà insieme a TUTTI gli alleati che compongono il Centro-Destra per la DABBENAGINE per cui è stata consegnata la Sardegna ai rossi.
Possibile che si riproponga sempre la stessa tattica stolta e suicida costituita dalla spasmodica ricerca della VISIBILITA’, onde, poco o tanto, vengono sempre esternati dei distinguo o delle iniziative unilaterali che servono unicamente a disorientare l’elettorato e/o allontanarlo dalle urne. Giorgia: ma c’era proprio l’assoluta necessità di imporre un candidato non dotato di un adeguato carisma? SPERIAMO CHE QUESTO METAFORICO SCAPPELLOTTO SERVA DI LEZIONE PER L’AVVENIRE. G. Big.
Promesse tante, risultati poco, direi che questo è il breve succo della storia
E ora i Sardi non si lamentino più delle politiche sull’ambiente, sull’agricoltura, sul turismo decantare dalla sinistra e votate da loro al parlamento europeo, bene lasciateli al loro destino,
Fare passare per “squilletto” la sconfitta appare irresponsabile se si pensa che la Todde ha vinto nonostante la presenza di liste concorrenti mentre Truzzo era, almeno formalmente, in situazione di monopolio del voto moderato. Ma il risultato più grave è che ha perso malamente dove ha governato. Dati politico-elettorali che non si possono sottovalutare in vista delle scelte che dovranno essere fatte per le candidature a tutti i livelli e che non possono passare da veti incrociati. Un brutto segnale!