Eredità Agnelli, “500 milioni a John, 400 a Lapo e Ginevra”. Per i pm torinesi sono in paradisi fiscali
Emergono nuovi clamorosi sviluppi sull’eredità Agnelli. Una prima società offshore già individuata, con una disponibilità di fondi per l’equivalente in euro di 500 milioni riferibili – in quota – al presidente di Stellantis, John Elkann, e di almeno altri 400 milioni che potrebbero portare – sempre con due diverse quote – ai suoi fratelli, Lapo e Ginevra. È l’ipotesi, ancora tutta da dimostrare, su cui lavora la Procura di Torino.
Conti offshore alle Isole Vergini Britanniche
Lo riporta Il Fatto quotidiano tornando sull’inchiesta dei magistrati torinesi che vede indagati per frode fiscale John Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio Urs von Grünigen, esecutore testamentario di Marella – gli inquirenti dovranno adesso esaminare la grande quantità di documenti cartacei e digitali sequestrati dalla Guardia di Finanza nelle sedi di un istituto bancario e di alcune fiduciarie legate alla famiglia.
Il tutto per cercare gli eventuali altri “paradisi fiscali” che nelle Isole Vergini Britanniche avrebbero custodito i segreti sul patrimonio estero di Gianni Agnelli, trasferito dopo la sua morte alla moglie Marella Caracciolo.
Eredità Agnelli: la Finanza segue la pista dei paradisi fiscali
Tutto parte dalla denuncia di Margherita Agnelli, madre degli Elkann, che sostiene di essere stata ingannata nel 2004, quando ha sottoscritto un patto successorio accettando 1,3 miliardi di euro per rinunciare alla sua fetta di eredità: una parte dei capitali dei genitori, l’Avvocato e Marella Caracciolo, le sarebbe stata nascosta. Quella provvista, secondo la Procura di Torino, potrebbe essere sarebbe stata occultata anche al Fisco, simulando la residenza in Svizzera di Marella. Qualora tale tesi investigativa trovasse riscontro, potrebbe portare alla contestazione di centinaia di milioni di euro di tasse arretrate agli eredi di Marella, cioè gli Elkann. E, a cascata, rimettere in discussione anche la successione.
Secondo il Fatto quotidiano la Gdf potrebbe avere individuato i fondi, probabilmente dopo la serie di perquisizioni e acquisizioni disposta nei giorni scorsi anche in una residenza di John Elkann su mandato della Procura di Torino. Nell’abitazione del primogenito di Margherita, i finanzieri hanno acquisito “supporti informatici”, “personal computer “, “computer portatili”, hard-disk” e “altre apparecchiature adatte alla conservazione di dati”. “Si possono solo fare ipotesi” su dove siano questi fondi, scrive Il Fatto. Il quotidiano sottolinea che saranno le verifiche a dover “confermare o meno gli elementi che potrebbero portare a quei conti esteri”.