Fazzolari: “Da Mosca solo propaganda contro di noi, usata come arma di una guerra ibrida”

23 Feb 2024 8:46 - di Sara De Vico

In politica parlano i fatti, non i retroscena, la propaganda e i giochi sporchi di Mosca sui rapporti d’amicizia con l’Italia. Non esistono dubbi sul pieno e incondizionato sostegno del governo Meloni all’Ucraina. Tanto più dopo la “confessione” di Putin fatta alla studentessa italiana innamorata della Russia che fotografa ad arte una situazione idilliaca (L’Italia ci è sempre stata vicina, ricordo come ero accolto lì, mi sono sempre sentito a casa”).

Fazzolari: Mosca fa solo propaganda e disinformazione

“È soltanto propaganda e disinformazione”. Parola di Giambattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, primo consigliere della premier Meloni. L’amicizia con Mosca non ha aderenza con la realtà, non esiste nessun tentennamento da parte della maggioranza nel sostegno a Kiev, sottolinea dalle colonne del Messaggero. A due anni dall’attacco russo all’Ucraina la posizione del governo non si è spostata di un millimetro, malgrado il sentimento di stanchezza di una parte dell’opinione pubblica che la stessa Meloni, intervistata a Porta a Porta ha invitato a  respingere, perché “l’Occidente non deve cedere”.

La stanchezza è normale ma la guerra ci riguarda da vicino

«La stanchezza è normale per ogni opinione pubblica che reputa la guerra lontana dai nostri interessi. Finché non entra in casa propria, ci si può illudere che non ci riguardi da vicino”, osserva Fazzolari. Che aggiunge: “Invece non è così, la guerra scatenata da Putin ci tocca eccome da vicino e sta a noi doverlo spiegare alle persone, anche con queste iniziative”. Il riferimento è all’ultima mossa del governo: il lancio di una medaglia commemorativa della resistenza ucraina a due anni dall’invasione il cui ricavato andrà all’ospedale pediatrico di Leopoli.

“In politica parlano i fatti”

E i presunti dubbi di Matteo Salvini, amplificati dalla stampa per quelle parole sulla morte di Navaldy? “In politica parlano i fatti: questa maggioranza sull’Ucraina ha sempre mostrato compattezza”, taglia corto Fazzolari. Che definisce l’amicizia per l’Italia professata in queste ore da Putin “propaganda solista”.
“E la propaganda russa – aggiunge – è da sempre molto attiva ed efficace, dalle nostre parti. È un’arma all’interno di una guerra ibrida. Ci ​​eravamo abituati a pensare che i conflitti si esaurissero nei domini di terra, aria, mare. Poi si sono aggiunti lo spazio e il dominio cibernetico. Ora anche l’informazione è un campo di battaglia ei russi sono particolarmente bravi a sfruttarlo. È quello che stanno facendo anche da noi”.

Navalny, Mosca ha responsabilità dirette

Sulla morte del dissidente russo nessun dubbio sulla responsabilità del Cremlino. “Se Navalny fosse stato un uomo libero, come doveva essere, con ogni probabilità oggi non sarebbe morto. Se non lo avessero rinchiuso in un carcere in condizioni disumane, per lunghissimo tempo, Navalny sarebbe ancora tra noi”. In questo quadro, la responsabilità diretta di Mosca, i dettagli sono secondari. “Nnon potremo mai sapere se è stato esplicitamente assassinato, difficile avere le prove. Ma la domanda, ripeto, non cambia. Il governo russo ha una responsabilità diretta per aver fatto morire l’oppositore Navalny in carcere”.

Nessuna spaccatura nella maggioranza

Infine il casus belli del terzo mandato con la narrazione di spaccature in seno alla maggioranza e chissà quale terremoto per il governo. “Non ci sono spaccature. Questa maggioranza è compatta nei fatti, a partire dal sostegno all’Ucraina, come dimostrano le forniture inviate a Kiev e approvate dal Parlamento”. Nessun sfilamento da parte del Carroccio. “La posizione della Lega come del resto della maggioranza è stata chiarita più volte con i voti in aula. E su questa linea – sottolinea Fazzolari – garantisce personalmente, in Italia e all’estero, Giorgia Meloni”.

Altri governi avrebbero fermato gli aiuti all’Ucraina

Con altri governi e altre maggioranze la posizione dell’Italia sarebbe molto diversa. “Se al governo ci fosse il campo largom oggi non esisterebbe in Italia una maggioranza a favore del sostegno finanziario e militare all’Ucraina aggredita. Avrebbero già da tempo fermato gli aiuti. Invece è nostro dovere non abbandonare l’Ucraina che è parte dell’Occidente”.

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