Fitto: sul Pnrr i numeri della spesa sono sottodimensionati. Presto un decreto per finanziare le opere espunte dal piano
Su 101,93 miliardi di euro di fondi Pnrr ricevuti finora, il 52% del totale, l’Italia in due anni e mezzo ne ha spesi circa 45,6. Lo scorso anno sono stati utilizzati 21,1 miliardi, pari a poco meno di quanto era stato impegnato sommando le attività dei primi due anni del piano. Oggi la cabina di regia, coordinata dal ministro per gli Affari Ue Raffaele Fitto, ha dato via libera alla quarta relazione semestrale sullo stato di avanzamento del piano.
Il testo è incentrato soprattutto sulle due rimodulazioni dei fondi, per circa 30 miliardi, operate dal governo negli scorsi mesi, espungendo dal piano opere ed obiettivi che non sarebbe stato più possibile raggiungere al 30 giugno 2026. “Il lavoro non è finito, abbiamo ancora molto da fare, ma i tanti obiettivi centrati finora ci rendono fieri e ci incoraggiano a dare sempre di più. Nell’interesse dell’Italia e degli italiani”, scrive la premier Giorgia Meloni nella premessa della relazione. Sottolineando che l’Italia è la prima Nazione europea per numero di obiettivi e traguardi raggiunti.
La presidente del Consiglio rivendica: “La revisione del Pnrr consente di rinnovare e ampliare l’ambizione del piano, aggiornando gli investimenti e le riforme al mutato contesto internazionale. Questo significativo passaggio di discontinuità non ha impedito al Governo di procedere nell’attuazione del piano, secondo i tempi stabiliti”. Il ministro Fitto avverte: “Il Pnrr non concede soste in quanto richiede un costante lavoro e monitoraggio, per la concreta messa a terra di tutti gli investimenti e delle riforme previste. Nei prossimi mesi completeremo la fase di verifica del raggiungimento degli obiettivi della sesta e della settima rata”.
Se i primi due anni di attuazione del piano, pensato dalla Ue per rilanciare l’economia dopo la pandemia di Covid, sono stati dedicati prevalentemente alle riforme strutturali, ora è arrivato il momento delle gare di appalto e della spesa effettiva della maggior parte delle risorse a disposizione. Fitto si dice convinto che l’Italia abbia “superato la fase della progettazione e le gare di appalto” e sia “di fatto nella realizzazione di tutti gli interventi”. Un elemento rilevante che per il ministro “incidera’ molto positivamente sui numeri complessivi della spesa”.
Anche perché, secondo Fitto, “i numeri della spesa sono assolutamente sottodimensionati rispetto al fatto che molti enti attuatori non hanno caricato, sul programma Regis, una spesa già di fatto effettuata”. Nel primo trimestre del 2024 saranno intraprese azioni per rafforzare l’obbligo per le amministrazioni di aggiornare tempestivamente le informazioni rilevanti per allineare il dato di spesa all’effettivo stato di attuazione dei singoli interventi. La revisione del piano originario, annota il governo nella relazione, e’ stata “un’opportunità per individuare gli investimenti non in linea con le condizionalità e con le tempistiche del Pnrr e per procedere a una rimodulazione tesa a scongiurare il rischio di compromettere il raggiungimento degli obiettivi”.
Da settimane è atteso in Cdm un decreto per la copertura con altri fondi degli interventi usciti dal piano. Fitto assicura: “Con il ministro Giorgetti lavoriamo da sempre in modo molto positivo. A volte si lanciano allarmi anche quando non c’è una scadenza, come nel caso del decreto Pnrr sul finanziamento delle opere espunte dal piano. Il testo che verra’ fuori terra’ conto di tutta una serie di interlocuzioni. I tempi non penso saranno lunghi”.