Foibe, il Pd blocca la revoca dell’onorificenza al massacratore Tito. “Ma non siamo negazionisti…”

7 Feb 2024 18:52 - di Leo Malaspina

E’ scontro in Commissione Affari Costituzionali alla Camera sul ddl per la modifica delle norme sulla revoca delle onorificenze dell’Ordine al merito della Repubblica italiana, misura con la quale la maggioranza punta a revocare l’onorificenza di cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana al maresciallo Tito, a capo dei massacratori, partigiani che volevano conquistare il Veneto e che iniziarono epurando l’Istria e la Dalmazia dagli italiani. Oggi all’ordine del giorno c’era la discussione generale e la votazione per adottare il testo base ma la decisione è slittata a domani, come riferisce all’Adnkronos il deputato FdI e relatore del provvedimento Alessandro Urzì.

Foibe, Urzì denuncia l’ostruzionismo del Pd su Tito

“Sono allibito. C’è stata un’alzata di scudi del tutto incomprensibile da parte delle opposizioni di sinistra con argomentazioni del tutto pretestuose per rallentare la discussione”, osserva Urzì aggiungendo che la “tensione è salita” fino al punto “che mi è stato impedito di proseguire l’intervento. Il collega De Corato (vicepresidente della Commissione ndr), che oggi stava presiedendo i lavori, ha dovuto sospendere la seduta”. “Sono basito – sottolinea Urzì – stiamo parlando di un provvedimento per la revoca dell’onorificenza a un dittatore e tutto ciò avviene, peraltro, alla vigilia della Giornata del Ricordo, che vorrebbe l’Italia intera unirsi nella memoria dolorosa e porre un argine di fronte alle tentazioni giustificazioniste”. Il relatore riferisce che, nella successiva riunione dell’ufficio di presenza, “ho chiesto con forza che domani mattina, con urgenza, venga conclusa questa prima fase con l’adozione del testo unificato che costituisca il testo base”.

Cuperlo: “Ma noi non siamo negazionisti”

Dall’opposizione il deputato del Pd Gianni Cuperlo sottolinea all’Adnkronos che “non c’é un’obiezione preventiva sul merito” e precisa che “l’articolato non cita il caso specifico di Tito” di cui si parla invece nella relazione introduttiva. “L’articolato – ricorda Cuperlo – sottolinea solo che, per legge, è possibile revocare le onorificenze dell’Ordine al merito della Repubblica italiana per chi si è macchiato di gravi crimini. Nessuno mette in discussione questa cosa, ma la sua genericità ‘erga omnes’. Sarebbe meglio definire i criteri per evitare un’eccessiva genericità”. Cuperlo precisa che non c’è “nessun approccio negazionista” aggiungendo che “la storia del confine orientale è la più complessa e tragica e meriterebbe una maggiore attenzione sotto il profilo del rigore storico”.

Rampelli: “L’ennesima offesa della sinistra al Giorno della Memoria”

“A pochi giorni dal Giorno del Ricordo il Partito Democratico si macchia di negazionismo e svela la sua natura: il deputato Cuperlo si oppone alla revoca dell’onorificenza appellandosi a motivi generici e strumentali – dichiara in una nota il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli – . È di tutta evidenza che il PD prosegue nella difesa della memoria del maresciallo Tito e della dittatura comunista, nonostante le sue gravissime responsabilità sulla uccisione e martirizzazione degli italiani infoibati e sulla loro espulsione dall’Istria e dalla Dalmazia. Sorprende che un uomo della sua cultura diventi un fazioso negazionista con il desiderio di continuare la surreale celebrazione di un dittatore sanguinario, artefice della pulizia etnica attuata senza pietà umana sul confine orientale”.

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