Fuga in avanti di Macron sull’Ucraina: “Non escludere invio di truppe”. Altolà dei partner occidentali

27 Feb 2024 17:00 - di Federica Parbuoni
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Emmanuel Macron è riuscito nella non facile impresa di ritrovarsi isolato dopo essere stato padrone di casa della Conferenza dei Paesi alleati per il sostegno all’Ucraina. Il presidente francese al termine dei lavori, durante i quali tutti i Paesi presenti hanno confermato il pieno sostegno a Kiev, ha aperto alla possibilità di invio di truppe occidentali sul campo. Un’accelerazione inattesa e dalle implicazioni enormi, che ha costretto i partner a prendere le distanze.

La fuga in avanti di Macron sull’Ucraina: “Non escludere invio di truppe di terra”

“Oggi non c’è consenso sull’invio di truppe di terra in modo ufficiale, scontato e approvato. Ma nella dinamica non è da escludere nulla. Faremo tutto il necessario affinché la Russia non possa vincere questa guerra”, ha detto Macron, suscitando un altolà unanime, che ha fatto anche da argine alla possibilità di Mosca di cavalcare oltremodo la vicenda.

La reazione di Mosca: “Lo scontro diretto Russia-Nato sarebbe inevitabile”

“In questo caso, non dobbiamo parlare di probabilità, ma di inevitabilità. Ecco come valuteremo”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rispondendo a una domanda sulle parole del presidente francese. Peskov, secondo quanto riferito dal sito di Ria Novosti, ha avvertito che l’eventualità di un invio di truppe occidentali in Ucraina porterebbe inevitabilmente a uno scontro militare diretto tra Russia e Nato. I Paesi occidentali, ha quindi aggiunto, dovrebbero anche “valutare” questo rischio ed “esserne consapevoli”.

L’altolà dell’Italia: “Scenario non contemplato”

Si tratta di un terreno più che scivoloso, sul quale, si diceva, i partner occidentali non hanno seguito l’inquilino dell’Eliseo, pur ribadendo senza tentennamenti il sostegno a Kiev. “La Conferenza organizzata ieri a Parigi dal Presidente Macron – ha commentato Palazzo Chigi – ha costituito l’occasione per riaffermare, con la partecipazione del vice ministro Cirielli, il pieno impegno dell’Italia a sostegno dell’Ucraina nella lotta a difesa della propria sovranità e integrità territoriale. Fin dall’aggressione russa di due anni fa vi è stata piena coesione di tutti gli Alleati nel supporto da offrire a Kiev. Questo supporto – ha sottolineato il governo italiano – non contempla la presenza sul territorio ucraino di truppe di Stati europei o Nato”.

Da Washington all’Ue: nessuno segue Macron

Lo stesso segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg, ricordando l’impegno al fianco di Kiev, ha chiarito che “non ci sono piani per truppe da combattimento della Nato sul terreno in Ucraina”. Anche la Casa Bianca, attraverso un suo portavoce citato dall’agenzia Reuters, ha spiegato che non c’è alcuna intenzione da parte di Washington di muoversi nel senso indicato da Macron. Il portavoce Ue per la politica estera, Peter Stano, ha chiuso all’ipotesti ricordando che “questo non è stato discusso a livello Ue”. Quanto ai singoli Stati membri, un no secco è stato opposto da Germania, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Spagna, Svezia, che ha ricordato tra l’altro che la questione non è neanche tra le richieste della stessa Ucraina, e Gran Bretagna, che ha precisato che “oltre al piccolo numero di personale che abbiamo nel paese a sostegno delle forze armate dell’Ucraina, non abbiamo alcun piano per un dispiegamento su larga scala”.

Per Macron anche contraccolpi interni

Si tratta di un elenco che si è allungato via via nel corso della giornata e che ha contemplato anche nette prese di posizione politiche, come quella del presidente del Ppe Manfred Weber, il quale in conferenza stampa a Strasburgo ha parlato di “una linea rossa che non va oltrepassata”. Ma il caso promette di avere per Macron anche ripercussioni interne: “Non so se tutti si rendono conto della gravità di una simile affermazione. Emmanuel Macron gioca a fare il leader della guerra, ma è della vita dei nostri figli che parla con tanta noncuranza. La posta in gioco è la pace o la guerra nel nostro Paese”, ha commentato Marine Le Pen, mentre il ministro degli Esteri francese, Stephane Sejourné, tentava di contenere la portata delle parole del presidente sostenendo che “alcune di queste azioni (a sostegno dell’Ucraina, ndr) potrebbero necessitare una presenza sul territorio ucraino senza superare la soglia della belligeranza”.

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