Giustizia, Sisto: “La riforma Nordio va incontro ai cittadini senza penalizzare le indagini”

14 Feb 2024 8:57 - di Monica Pucci

Il primo sì parlamentare, ieri al Senato, alla riforma della giustizia firmata dal ministro Nordio, fa infuriare la sinistra ma non i sindaci del Pd, che salutano (anche se in silenzio) con soddisfazione (malcelata) l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, che tante assurde grane provoca agli amministratori locali ad ogni firma lasciata su un atto pubblico. Maggioranza granitica, al Senato, ora il passo è spedito verso l’approvazione della riforma Nordio anche alla Camera, come spiega il viceministro Sisto al Tempo.

Riforma della giustizia, Sisto (FI) spiega le ragioni del centrodestra

“L’obiettivo è consentire ai cittadini di avere rapporti più fluidi con la P.A. Nell’epoca del Pnrr è necessario che il pubblico amministratore e il pubblico dirigente superino la paura dell’atto lecito, che provocava un ritardo nell’emanazione dei provvedimenti. Viene eliminato un reato non solo inutile, ma anche dannoso, perché pregiudicava il rapporto di correttezza tra cittadino e P.A. La nostra impostazione è completamente ‘cittadino-centrica”, è il parere del viceministro della Giustizia Francesco Sisto. “Anche il ridimensionamento del traffico di influenze ha questa stessa logica: scongiurare che ci siano iscrizioni a ‘modello 21’ lunghe e inutili. Vogliamo evitare situazioni che siano dolorose solo dal punto di vista della pendenza, ma che poi non portano a nessun risultato”.

E sull’abuso d’ufficio, Sisto fa notare. “È stato cambiato quattro volte in pochi anni. E’ una norma che ha migliaia di iscrizioni a fronte di pochissime condanne. Oltre il 90% di proscioglimenti e assoluzioni. Ciò vuol dire che questa fattispecie non ha neanche la capacità di penetrare il sistema di illegalità della cosa pubblica. Noi abbiamo, come ha detto Nordio, un arsenale di 17 norme contro la corruzione. In alcun modo si ridurranno gli strumenti per combatterla”

Nessun bavaglio sulle intercettazioni

L’opposizione continua  a urlare al bavaglio sulle intercettazioni, ma Sisto rassicura. “Sarà il giudice che deciderà quelle pubblicabili, inserendole nel suo provvedimento. Ciò vuol dire che poniamo fine alla ‘caccia al tesoro’ dell’intercettazione gossipara, che solletica anziché informare, e magari coinvolge una persona del tutto estranea al procedimento. Ciò significa, per noi, un passo deciso e fermo verso una dimensione del processo legata sempre più alle aule giudiziarie e sempre meno alle tv e alle pagine dei giornali”. Prossime tappe della riforma? La separazione della carriere tra pm e giudici. “E’ necessario realizzare questa riforma costituzionale per un semplice motivo: nella Carta c’è già scritto tutto, l’articolo 111 sancisce che il giudice è terzo ed imparziale. Il giudice solo. Gli altri magistrati, i pm, sono solo autonomi ed indipendenti. Possiamo utilizzare la metafora di una partita di calcio. L’arbitro, per estrarre con correttezza ed equilibrio un cartellino giallo o rosso, deve essere equidistante dalle due squadre. Il giudice deve essere alla cima di un triangolo isoscele , che gli consente di avere la stessa distanza dalla difesa e dall’accusa, conclude il viceministro.

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