Gli Houthi minacciano l’Italia: intervenite e diventerete un bersaglio. Il governo: non ci facciamo intimidire
Gli Houthi minacciano l’Italia: se parteciperà all’aggressione contro lo Yemen diventerà un bersaglio. Un avvertimento intimidatorio che precede addirittura un “consiglio” che lo va a rilanciare: fare pressioni su Israele perché cessino le ostilità a Gaza. Mohamed Ali al-Houti, uno dei leader del movimento Ansar Allah (gli Houti) e cugino dell’attuale leader Abdul-Malik Al-Houti non ricorre a nessun tipo di orpello diplomatico, e in un’intervista a Repubblica prima spara ad alzo zero: «L’Italia diventerà un bersaglio se parteciperà all’aggressione contro lo Yemen. Il suo coinvolgimento sarà considerato un’escalation e una militarizzazione del mare, e non sarà efficace. Il passaggio delle navi italiane e di altri durante le operazioni yemenite a sostegno di Gaza è una prova che l’obiettivo è noto».
Gli Houthi minacciano l’Italia: un vostro coinvolgimento contro lo Yemen vi trasformerà in un bersaglio
Poi, tutt’altro che incline a modulare affermazioni e toni, il politico yemenita incalza: prima suggerendo agli Stati europei di «aumentare la pressione sui responsabili degli orrori a Gaza», affermando che le operazioni dei ribelli filo-iraniane hanno come obiettivo la fine della guerra tra Israele e Hamas, e sottolineando che «qualsiasi altra giustificazione per l’escalation da parte degli europei è inaccettabile». Poi, indirizzando un consiglio direttamente all’Italia, invitandola a «esercitare pressione su Israele per fermare i massacri quotidiani a Gaza. Questo è ciò che porterà alla pace. Consigliamo all’Italia di rimanere neutrale, che è il minimo che può fare – insiste lo yemenita–. Non c’è giustificazione per qualsiasi avventura al di fuori dei suoi confini».
La replica di Meloni: «Stiamo partecipando a una missione difensiva, credo sia un fatto utile e doveroso»
Dunque, dopo aver diffidato gli Stati Uniti a inviare truppe nello Yemen se non vogliono «affrontare sfide più difficili di quelle in Afghanistan e Vietnam». E a pochi giorni dall’inizio della missione Aspides, gli Houthi minacciano direttamente il nostro Paese. E con altrettanta nettezza, sia il premier Meloni, che il ministro degli Esteri Tajani, hanno replicato a stretto giro. Pertanto, sull’intervento a difesa delle navi commerciali nel Mar Rosso, minacciate dai ribelli Houthi, il presidente del Consiglio da Tokyo ha ribadito con chiarezza che «è nostro interesse garantire la libertà di navigazione. Stiamo partecipando a una missione difensiva, credo sia un fatto utile e doveroso. Penso che sia strategico per l’Europa e l’Italia. Se quel canale non fosse disponibile, avremmo l’aumento dei prezzi sul 15 per cento dei prodotti che arrivano da noi. È nostro interesse garantire questa libertà».
Houthi, Tajani: «Noi difendiamo il traffico mercantile, l’Italia non attacca nessuno, ma non vogliamo essere attaccati da nessuno»
E dello stesso tenore è stata la replica del vicepremier Tajani che, a margine dei Med Dialogues in corso a Roma, dopo che il leader del gruppo yemenita Mohamed Ali al-Houti ha minacciato di colpire l’Italia, a intimidazione appena enunciata, ha ribattuto: «Non ci facciamo intimidire dalle minacce degli Houthi». E «se attaccati risponderemo, questo deve essere chiaro». Aggiungendo poi: «Noi difendiamo il traffico mercantile, non attacchiamo nessuno. Ma non vogliamo essere attaccati da nessuno». Sottolineando in calce che «c’è una libera circolazione marittima, e se ci saranno degli attacchi, risponderemo». Chiosando, infine, con una considerazione di fondo, mossa peraltro da più parti: «Gli Houthi sono una organizzazione terroristica». Una replica nella replica che non necessita di ulteriori dichiarazioni.