Il delitto di Altavilla: quando i demoni agiscono e sconvolgono la nostra quieta razionalità
Ci vuole un certo stomaco, un’attitudine all’horror, per leggere i particolari del delitto di Altavilla. Così come li ha raccontati la 17enne sopravvissuta alla strage malefica e superstiziosa operata dal padre Giovanni Barreca, con l’aiuto di una coppia di folli e crudeli “amici di famiglia”, Sabrina Fina e Massimo Carandente. Una sequenza alla Stephen King. Un fanatismo che lievita fino a raggiungere la soglia di non ritorno.
Il racconto della 17enne agli inquirenti
Leggendo il racconto della ragazza agli inquirenti ci si chiede se davvero in quella casa non albergasse qualcosa di sinistro, di ostile all’umanità, qualcosa di davvero luciferino. La mamma presa a schiaffi per interrogare il demone che presuntamente la possedeva, poi picchiata con una pentola, poi ustionata con le pinze da camino, poi con un asciugacapelli. E la ragazza intanto si messaggiava con l’amica e negava aiuto alla madre che le chiedeva di chiamare i carabinieri. Quindi aiutava a bruciare il corpo e a occultare il cadavere. Il fratello più grande legato al collo con una catena arrugginita. Costretto a bere latte e caffè per vomitare i demoni. Lei, su ordine degli “adulti”, gli salta sulla pancia. Il più piccolo tenuto fermo da lei e torturato come la madre. Recitano strane preghiere, formule chissà come confezionate. Poi cominciano a fare domande strane anche a lei, che si chiude in camera sua. E dorme.
Gli avvocati della coppia di santoni rinunciano alla difesa
C’è da comprendere perché gli avvocati della coppia di “santoni” che ha istigato i delitti abbia rinunciato alla difesa. Tutto frutto di ignoranza, superstizione, follia? O qualcosa di irrazionale, incomprensibile, superiore alle forze del nostro intelletto ha fatto irruzione in quella casa così priva di luce, così oscura e piena di morte? Papa Francesco ha detto una volta che il diavolo è una persona, che non ci si deve dialogare, perché è più intelligente di noi. Per il delitto di Altavilla il diavolo è stato molto citato. Una scusa per uccidere in modo sadico e feroce. Soltanto questo? O i veri posseduti non erano forse gli assassini o così ci appaiono per le loro azioni insensate, cui è impossibile dare una spiegazione “umana”.
Il diavolo e l’Occidente
Tutto questo turba, e non poco, il nostro orizzonte di tranquilla e logica razionalità. E del resto una delle caratteristiche del diavolo è proprio la sua inafferrabilità, lo si rappresenta mostruoso ma anche bellissimo. Incute terrore, ma è anche seduttivo. La doppiezza è la cifra della sua simbologia. L’Occidente illuminista ha rinunciato a farsi domande sul regno del male, accettando solo la rassicurante filosofia di Sant’Agostino in merito: il male, in quanto privazione di bene, non ha sostanza, è pura assenza. Vuoto. Nulla.
Sant’Agostino e Dostoevskij
Quando orribili fatti di cronaca ci interrogano, i più curiosi si soffermano sui dettagli, i più sensibili si domandano come sia stato possibile confondere la religiosità con pratiche degne appunto del diavolo. Una confusione che disorienta. Il grande inganno. Per Dostoevskij i demoni sono gli uomini e le donne seguaci del puro nichilismo. Anime sterili e ossessionate. Anime tormentate che non riconoscono alcuna legge e si danno al delitto, si donano al nulla. Demoni che non hanno nulla di sovrannaturale. Proprio come le anime mostruose che hanno compiuto la strage di Altavilla.