La lobby nera firmata Fanpage non esiste. Archiviata l’inchiesta dopo il fango su Fidanza
Era un’inchiesta bufala. Sulla quale, però, Fanpage (che firmò il finto scoop) e Piazzapulita hanno costruito per settimane un tormentone di servizi e denunce contro il pericolo nero che avrebbe minacciato la convivenza democratica a Milano. Il gip di Milano Alessandra Di Fazio ha archiviato, come chiesto dalla stessa procura meneghina, l’eurodeputato di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza finito (trascinato dal giornalismo spazzatura) nell’inchiesta per finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio. Che la stampa dal cuore rosso ha definito ‘Lobby nera’.
Lobby nera, archiviata dal gip l’inchiesta bufala di Fanpage
Tutti archiviati anche gli altri otto indagati, tra cui l’eurodeputato della Lega Angelo Ciocca, gli esponenti della destra milanese Massimiliano Bastoni e Chiara Valcepina, e il ‘barone nero’ Roberto Jonghi Lavarini, finiti nell’inchiesta del pm Giovanni Polizzi. Nata da un’indagine giornalistica di Fanpage, basata evidentemente su notizie fake. Ci sono voluti ben 13 mesi per dare seguito alla richiesta di archiviazione. Non proprio un percorso veloce e fluido, eppure le conclusioni del sostituto procuratore Giovanni Polizzi non lasciavano dubbi. “Bisogna concludere nel senso dell’insussistenza delle ipotesi di reato formulate. Perché dalle indagini svolte non sono emersi elementi in grado di confermare quanto emerso dai video che hanno dato origine al procedimento”. Che tradotto significa zero prove sui presunti finanziamenti illeciti.
Cade il castello di bugie, smentito dai fatti il processo della sinistra
Cade il castello di bugie che, a cascata, hanno cavalcato tutti i grandi quotidiani, garantisti a corrente alternata, gettando fango su capodelegazione di FdI-Ecr al Strasburgo Carlo Fidanza e sulla consigliere comunale Valpecina di FdI. Ora è ufficiale, non lo dice la destra ma i giudici: era una bufala mediatica a uso elettorale a pochi giorni dalle amministrative. Inutile dire che i media si sono tuffati sul ‘capolavoro’ firmato Fanpage, grazie a un giornalista infiltrato. La Stampa si affrettò a processare FdI con Annalisa Cuzzocrea a chiedere a Giorgia Meloni di cacciare Fidanza e Valcepina. Dall’inchiesta patacca di Fanpage la sinistra ha lanciato il solito plotone d’esecuzioni. In più occasione i giornalisti più schierati a sinistra hanno preteso che la premier cacciasse dal partito i soggetti coinvolti nell’inchiesta. La leader di FdI, certa dell’innocenza di Fidanza, ha sempre risposto di voler aspettare la conclusione delle indagini. “Non caccio nessuno per un aperitivo sbagliato”.
Meloni: aspetto la conclusione delle indagini
All’epoca del falso scoop la premier chiese al direttore di Fanpage di poter visionare le 100 ore di girato del giornalista infiltrato. Una richiesta legittima per poter verificare se veramente Fidanza avesse accettato finanziamenti illeciti. Venne contestata e da allora Meloni non ha più messo piede in uno studio de La7. Evidentemente era giusto il sospetto che il servizio fosse stato montato “ad arte” per far sembrare vera una cosa che la magistratura ha accertato non essere vera.