La voragine Superbonus che ci strozzerà. FdI: “Costi lievitati a 135 miliardi. Come cinque manovre”

14 Feb 2024 15:23 - di Federica Argento
Superbonus

Al di là delle enormi truffe che ci sono state (almeno 15 miliardi bloccati dall’Agenzia delle entrate), l’impatto dei maxi-incentivi del Superbonus sul bilancio pubblico è stato a dir poco disastroso. E se a constatarlo è un dossier pubblicato dal Corriere della Sera bisognerà che tutti -Giuseppe Conte- in testa – ne prendano atto. Il superbonus ha devastato le casse dello Stato. E ci inguaierà ancora per molti anni.

Superbonus: cosa succederà da oggi al 2026-27

“Solo il Superbonus 11o% e il Bonus facciate, con i lavori scontati al 90% senza tetto di spesa, secondo i dati ufficiali del governo a metà novembre scorso, sono costati 130 miliardi di euro in termini di deficit pubblico negli anni tra il 2020 e il 2023″. La cifra – se consideriamo il mese di dicembre-  è salita ad almeno 135 miliardi di euro. Più o meno cinque manovre di bilancio (l’ultima, quella del 2024, ne vale 25). E non basta – scrive Mario Sensini-  perché dovremo ancora pagare pegno di questa sconsideratezza: “da qui al 2026-2027, quando verrà a scadenza il grosso dei crediti fiscali che sono stati generati, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dovrà mettere in conto almeno 22 miliardi l’anno di maggior debito pubblico. Sempre ché Eurostat, l’autorità europea che detta le regole sulla contabilità pubblica, non decida di riclassificare nuovamente queste spese; rovesciando la decisione presa l’anno scorso: un’eventualità che avrebbe un impatto devastante sui conti”.

Superbonus, anatomia del più grande sperpero di denari pubblici

Comunque la si rigiri, “il superbonus è stato la più grande truffa ai danni dello Stato”: mai come ora le parole della premier Meloni bruciano come sale su una ferita. L’incentivo con lo Stato che rimborsa integralmente il costo dei lavori con un “premio” del 10%  è letteralmente esploso nel 2022. Poi intervenne Mario Draghi: ma i suoi  correttivi servirono “a limitare le truffe miliardarie che stavano emergendo, ma non a frenare la spesa-. Che già dal 2021 è andata fuori controllo. ” Il governo Meloni è intervenuto prima ridicendo la detrazione (al 90% per il 2023, al 70% per il ‘24 e al 65% per il ‘25); poi bloccando la cessione del credito e lo sconto in fattura sui nuovi lavori. Uno stop che è stato un atto dovuto e che rende ancor più evidente la catastrofe provocata dal governo Conteper le ricadute che la misura ha generato e genererà .

Superbonus, il danno e la beffa: la paralisi dei crediti fiscali

Perché la realtà, oggi, “è fatta da migliaia di cantieri fermi o che procedono a rilento; da miliardi di crediti fiscali che non trovano acquirenti“. I problemi collaterali sono evidenti: “Il nuovo problema, al di là dei contenziosi tra committenti ed imprese sui lavori non ultimati entro la fine del ’23, e che perdono il 40% del contributo, è la paralisi del mercato dei crediti fiscali prodotti dalle generosissime detrazioni”. Una valle di lacrime.

Stime sballate

Le stime sul superbonus sono state sballate: la Ragioneria dello Stato aveva stilato due relazioni tecniche: la spesa prevista per i due bonus nel  momento in cui sono stati varati era di 40 miliardi. La stessa Ragioneria ha poi rivisto la spesa:  45 miliardi oltre quella iniziale, non propriamente due spicci. La spesa reale alla fine è stata devastante, lievitando fino ad arrivare alla cifra di oltre 90 miliardi a quella stimata nel 2020. “A fine ‘23 eravamo a 112 miliardi di Superbonus (lavori ammessi per 102 miliardi, ma la detrazione riconosciuta dallo Stato è del 110%); contro i 35 previsti inizialmente; e a 26,5 miliardi di Bonus facciate (contro i 5,9 attesi).

Foti e Gelmetti: “Provedimento fallimentare”

Il punto: “tutti i bonus edilizi hanno generato circa 165 miliardi di crediti di imposta (135 il 110% e il Bonus facciate, 30 gli altri). Ma quelli finora compensati, cioè portati all’incasso, sono poco più di 25. In giro, dunque, restano ancora 140 miliardi di crediti di imposta da compensare negli anni. Difficile che tutti trovino capienza nei debiti fiscali di chi li possiede. E venderli, dopo lo stop delle banche, è anche più difficile”: lo  sottolinea il Corriere nell’ampio servizio. Che si avvale deidati sono forniti dal ministro dell’Economia, dell’Ambiente e dall’Enea. Tommaso Foti guarda sconsolato questi dati: “L’idea del Superbonus inizialmente era positiva. Avrebbe potuto dare una scossa consistente all’economia nazionale; ma si è rivelata essere il più grande sperpero di soldi pubblici: il cui ammontare è salito a 135 miliardi di spesa: come cinque manovre di bilancio. A livello legislativo è stata una misura concepita male; che ha subito un martirio di modifiche che si è tentato di attuare attraverso fasi diverse; e che ha permesso il proliferare di frodi“.

“Peso insostenibile per qualsiasi nazione”

Un principio condivisibile ma con una esecuzione e strutturazione completamente sbagliata diventa un peso insostenibile per qualsiasi nazione europea. Arrivare a quasi il doppio delle stime previste dal governo Conte, agevolando una platea molto ristretta e non sempre bisognosa: questo  vuol dire che il Superbonus è stato un provvedimento fallimentare: così  commenta amaramente il senatore di Fratelli d’Italia, Matteo Gelmetti, componente della commissione Bilancio di Palazzo Madama.

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