“L’Ai toglierà il lavoro a 4 milioni di italiani”: lo studio apocalittico del Politecnico di Milano
Il mercato dell’intelligenza artificiale in Italia cresce in modo impressionante, tanto da aver fatto registrare nel 2023 un aumento del 53%, raggiungendo il valore di 760 milioni di euro. Già oggi, in Italia, l’intelligenza artificiale ha un potenziale di automazione del 50% di posti di lavoro equivalenti, ma da qui a dieci anni, le nuove capacità delle macchine potrebbero svolgere il lavoro di 3,8 milioni di persone in Italia. A rivelarlo è la ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, presentata al convegno AI al centro: novità, applicazioni e regole.
Gran parte degli investimenti riguarda soluzioni di analisi e interpretazione testi per ricerca semantica, di classificazione, sintesi e spiegazione di documenti o agenti conversazionali tradizionali, mentre sono ancora limitati al 5% (38 milioni di euro) i progetti di Generative AI. Almeno 6 grandi imprese italiane su 10 hanno già avviato un qualche progetto di intelligenza artificiale, almeno a livello di sperimentazione.
Entro il 2034 l’intelligenza artificiale svolgerà il lavoro di 3,8 milioni di italiani
Nel 2023, quasi tutti gli italiani (98%) ne hanno sentito parlare e più di uno su quattro (29%) ne ha una conoscenza medio-alta. C’è grande interesse, dunque, ma anche una certa confusione: 3 su 4 hanno sentito parlare di ChatGPT (e uno su 4 ha interagito), ma solo il 57% conosce il termine ‘Intelligenza Artificiale Generativa’. Ben il 77% degli italiani (+4 punti percentuali rispetto al 2022) guarda con timore al tema, soprattutto in relazione ai possibili impatti sul mondo del lavoro.
Tuttavia, solo il 17% è fermamente contrario all’ingresso dell’IA nelle attività professionali. Perché il vero tema del futuro è proprio questo. Già oggi, in Italia, l’intelligenza artificiale ha un potenziale di automazione del 50% di posti di lavoro equivalenti, ma da qui a 10 anni, le nuove capacità delle macchine potrebbero svolgere il lavoro di 3,8 milioni di persone in Italia.
Il report completo dal sito del Politecnico di Milano
L’Osservatorio Artificial Intelligence: con il calo demografico l’Ai supplisce alla carenza di lavoratori
Come spiega Giovanni Miragliotta, direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence nel valutare il reale impatto sul lavoro, però, bisogna tenere in considerazione le previsioni demografiche che, a causa dell’invecchiamento della popolazione, prospettano un gap di 5,6 milioni di posti di lavoro equivalenti entro il 2033. In questa prospettiva, “la possibile automazione di 3,8 milioni di posti di lavoro equivalenti appare quasi una necessità per ribilanciare un enorme problema che si sta creando, più che un rischio”.
Gli investimenti, però, non si fermano e il 90% del mercato dell’IA è dovuto alle grandi imprese. Il resto è suddiviso in modo equilibrato tra Pmi e pubblica amministrazione. La quota più significativa del mercato italiano (29%) è legata a soluzioni per analizzare ed estrarre informazioni dai dati, il 27% è per progetti di interpretazione del linguaggio, scritto o parlato, il 22% per algoritmi che suggeriscono ai clienti contenuti in linea con le singole preferenze, il 10% analisi di video ed immagini, 7% Process Orchestration Systems, il 5% Generative AI.