Lavoro, ecco quali sono le nuove professioni più richieste: lo spiega il capo italiano di Linkedin

3 Feb 2024 16:14 - di Redazione
Lavoro

Professioni, un universo in continua evoluzione ed espansione, che ridisegna progressivamente spazi e confini. Questa la fotografia di partenza scattata sul mondo del lavoro e di cui Marcello Albergoni, country manager di Linkedin – il social network che mette in contatto persone e aziende: 19 milioni di iscritti in Italia (e un miliardo nel mondo) – in un’intervista al Corriere della sera analizza sfumature e chiaroscuri. Tutto partendo da una imprescindibile considerazione di base: quella che indica «un ribaltamento» di ruoli e di approcci, rispetto al concetto di domanda e offerta di lavoro, di cui non si può non tenere conto parlando di professioni, professionisti e spazi aperti sul mercato. «Ora – dice con nettezza il numero uno del social media del lavoro – «le aziende devono imparare a essere attrattive. E i lavoratori devono raccontarsi».

Professioni, un universo in continua espansione: l’analisi del capo italiano di Linkedin

E ancora. «Devi esserci e raccontarti – esplicita meglio l’assunto Albergoni in un passaggio successivo dell’intervista –. Cioè avere un profilo che davvero parli di te, che riveli le tante competenze che hai acquisito negli anni, e non soltanto quelle legate al lavoro, ma anche le passioni, il volontariato, gli hobby, tutto ciò che dica chi sei veramente al di là del fatto che sai leggere e riempire un foglio Excel. E poi seguire le aziende che ti interessano, che ti ispirano, possibilmente partecipare alle discussioni, alle riflessioni quotidiane, farsi sentire».

«Le aziende continuano ad aver necessità di portare a bordo persone»

Anche perché, come si evince chiaramente dalle affermazioni del manager e dalla sua lettura dei fatti, nonostante un quadro in continua evoluzione e numeri che fino allo scorso anni risentivano ancora in parte dell’onda lunga che si è generata nel post-pandemia, «le aziende continuano ad aver necessità di portare a bordo persone»: e Albergoni lo sottolinea a più riprese nella chiacchierata giornalistica. Ed ecco allora che, nell’incontro tra domanda e offerta – piattaforme e database a parte – secondo il country manager è proprio quel “raccontarsi” di cui sopra che può fare la differenza e favorire la chiave di volta.

Domanda e offerta, la chiave di volta sta nel “raccontarsi”

«Potremmo dire che si tratta di un racconto reciproco – spiega il manager al Corriere – ciascuno deve avere il gusto di portare alla luce le sue bellezze. Chi cerca un lavoro deve dire chi è, parlare di sé, farsi conoscere. Più che il titolo di studio o di lavoro, deve mettere in evidenza le sue competenze, le tante cose che sa fare e che conosce, anche perché sono in rapida evoluzione e le aziende cercano proprio quelle, non il job title. E da parte loro, le impese devono risultare attrattive, pulite, consapevoli del ribaltamento del concetto di “offerta di lavoro”. Questo, almeno, è ciò che spieghiamo ai nostri clienti: dall’amministratore delegato in giù, bisogna creare un ambiente che piaccia. Anche perché i dati della nostra ultima ricerca dicono che 6 lavoratori su 10, cioè il 61 per cento, stanno valutando nuove opportunità».

«Ecco le 10 nuove professioni più ricercate»

E allora quali sono le prospettive effettive e i traguardi possibili che marcano la dimensione lavoro e segnano il passo di aziende e professionisti? «La principale motivazione – spiega Albergoni – è sicuramente la possibilità di un aumento di retribuzione, come dichiarato dal 34 per cento degli intervistati. Ma subito dopo, al 23 per cento, c’è la ricerca di una migliore work-life balance, cioè di una qualità delle giornate in equilibrio tra vita e lavoro. E sono soprattutto le donne a spingere questa dinamica».

E poi c’è l’intelligenza artificiale…

Ma allora, quali sono, chiede il Corriere, le competenze più richieste in questo momento? Anche su questo, Albergoni non ha incertezze e risponde sul tamburo: «I dieci lavoratori emergenti, cioè con la crescita maggiore negli ultimi cinque anni, sono: addetto allo sviluppo commerciale, ingegnere dell’intelligenza artificiale, analista Soc, sustainability specialist, cloud engineer, data engineer, responsabile acquisti, cyber security engineer, consulente cloud e fiscalista. Ma tutto è in continuo mutamento. E lo confermano gli intervistati della nostra ricerca: il 74 per cento considera necessario il re-skilling, e la percentuale sale all’80 tra i millenial. E poi l’intelligenza artificiale avrà un impatto enorme sull’attuale panorama, sarà una transizione». Un’altra…

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *