L’intervista. Palese: “L’Unirai dà fastidio. Gli attacchi denotano analfabetismo sindacale”
Evviva, sconfitto Unirai. Le trombe dell’ Usigrai hanno incoronato le elezioni per il rinnovo del Cdr di Rainews24 come una “scoppola” per la nuova componente sindacale di cui è segretario Francesco Palese. L’esito del voto – 5 membri su 5 che sarebbero iscritti all’Usigrai – ha mandato in estasi non solo l’ex Sindacato Unico di viale Mazzini ma anche due quotidiani “Il Domani” e “il Manifesto” che hanno parlato con goduria di “flop del sindacato dei meloniani”. La nuova componente pluralista, che sta avendo le adesioni dei colleghi Rai che non si riconoscono nell’unanimismo dell’Usigrai, sta provocando mal di pancia, pruriti e deliri: lo abbiamo segnalato fin dalla sua genesi qui al Secolo d’Italia. Nel caso ultimo dell’elezione della componente sindacale del canale “all news” di viale Mazzini l ‘attacco va rispedito al mittente: a smontare i trionfalismi del sindacato della sinistra per quanto accaduto – e il grado di livore che serpeggia contro il nuovo sindacato – è lo stesso segretario di Unirai.
Palese, l’Usigrai ha parlato di “lezione di democrazia” per l’elezioni di suoi rappresentati nel cdr di Rainews, lanciando accuse pesanti. Ha parlato di una “flop” di Unirai, affermando che “la Rai non è una succursale dei loro partiti, né il Paradiso dei garantiti”. Il Manifesto e il Domani si sono fiondati a capofitto per dare contro alla vostra componente sindacale. Lei ha smontato questa lettura, definendo ridicolo il comunicato Usigrainsieme. E definendo scorretto l’articolo del Manifesto. Cosa sta accadendo?
Vale la pena ricordare che alle elezioni dei cdr non ci sono liste, ma candidature singole e che l’iscrizione a un sindacato rientra tra i dati sensibili di ognuno di noi. Quindi, far passare l’elezione come una sfida tra due sindacati evidenzia solo totale malafede e analfabetismo delle elementari dinamiche e regole sindacali. Unirai è un sindacato nato da poco più di due mesi che ha già raggiunto percentuali significative (vicine al 50% dell’organico) in tutte le testate nazionali: a partire da Tg2, Tg1, Raisport, Day Time. Raggiungendo comunque percentuali a doppia cifra in altre realtà come appunto Rainews24: da sempre la roccaforte del sindacato ex monopolista della categoria dei giornalisti. Siamo all’inizio di un percorso che sta procedendo molto bene. E, mi lasci dire…
Dica pure…
Sono contento che una testata storica come il Manifesto sia ancora in vita in un quadro di generale difficoltà per l’editoria. Mi dispiace molto che venda ormai pochissime copie, ma questi articoli finiscono comunque nella nostra rassegna stampa e vengono letti da decine di colleghi. Mi dispiace molto che il collega prima di mettersi a scrivere abbia preferito parlare solo con una delle parti in causa. Ma ormai siamo abituati. Sarà la nuova frontiera del giornalismo, una nuova moda. Il mio numero di telefono comunque è facilmente reperibile. Con una telefonata a volte si può evitare di scrivere tante sciocchezze.
Insomma, una montatura, un’esagerazione, non c’è stato alcun flop di Unirai…
Ripeto, non c’erano le liste, ma candidature singole, così come prescrive il regolamento riguardo l’elezione dei comitati di redazione. Dunque, può essere eletto anche un giornalista non iscritto ad alcun sindacato. E i dati sono sensibili. Io, per esempio, non so a quale sindacato siano iscritti i vari membri dei cdr delle testate Rai, perché lo ritengo ininfluente, secondario. E mentre l’esecutivo Usigrai non ha rilasciato alcun commento, la componente più politicizzata del vecchio sindacato ha redatto un comunicato ridicolo che non regge sotto l’aspetto tecnico. Riparliamone quando ci saranno le elezioni con le liste, come prevede la legge sulle Rsu in azienda in presenza di più sigle sindacali.
Ridicolo?
Sì, ridicolo e in malafede. Chi ha fatto passare le elezioni di un cdr come una “sfida” tra due sindacati lo ha fatto in malafede per ridare smalto e centralità al vecchio sindacato monopolista, travolto dallo scandalo sugli ammanchi di cassa. Aspetto su quale è calata la mannaia del silenzio ma sul quale la Procura dovrebbe fare chiarezza su molti aspetti.
Voi dell’Unirai date molto “fastidio”, a quanto sembra?
Se qualcuno pensa di avere trovato un “nemico” nel nuovo sindacato cercando di etichettarlo in base alla propria convenienza per ritrovare compattezza si sbaglia di grosso. Unirai sta raccogliendo adesioni da Bolzano a Bari. Ha già raggiunto una soglia molto significativa di rappresentatività che nessuno può far finta di ignorare. E su questo non indietreggeremo di un millimetro. Siamo pronti ad azioni legali nei confronti di chiunque. A cominciare da chi cerca di gettare fango.
Chiarissimo. A tal riguardo non mancano “azioni di disturbo” verso Unirai. Il caso Molise grida vendetta.
C’è chi sta cercando tanti e tali pretesti che non è riuscito a contenersi ed è sfociato nel delirio. Un esponente dell’associazione regionale di stampa del Molise ha insinuato addirittura che a chi si fosse iscritto all’Unirai sarebbero stati tolti i permessi sindacali. La cosa più grave è che ha messo tutto nero su bianco inviando una mail al cdr della Tgr Molise. Naturalmente la mail è stata cestinata dai colleghi di Campobasso.