Lo schiaffo della Galizia a Sanchez: i socialisti mai così male nella regione. I popolari di Feijòo: ora si dovrebbe dimettere

19 Feb 2024 17:51 - di Francesco Severini
Sanchez

Trionfano i popolari spagnoli nel voto in Galizia. Le elezioni regionali in Galizia erano considerate un banco di prova, almeno dal leader nazionale del partito popolare spagnolo, il galiziano Alberto Núñez Feijóo: una sorta di voto di gradimento nei confronti del premier socialista Pedro Sánchez, e del Psoe, che hanno ottenuto il loro peggior risultato elettorale in un’elezione in quella regione: 9 seggi, 5 in meno rispetto al 2020. Un “funerale”, commentano i socialisti locali. La Galizia ha votato ancora una volta per i popolari di Alfonso Rueda, che mantengono la maggioranza assoluta con 40 seggi, due in meno rispetto al 2020, ma sufficienti per continuare a governare dopo 15 anni ininterrotti.

La disfatta è colpa del minuetto di Sanchez con gli indipendentisti catalani. I socialisti stessi si augurano – secondo quanto riporta El Mundo – che  “tutto questo finisca il prima possibile. Meglio presto, perché la situazione è difficile, complicata”, ripetono, alludendo al logoramento e ai danni che l’amnistia e la convivenza con i nazionalisti stanno facendo al Psoe”.

Importante l’affermazione del Blocco nazionalista galiziano (Bng), la novità, con la candidata Ana Ponton, che ha attirato il voto utile a sinistra conquistando 6 seggi fino ai 25 deputati (31,5%) imponendosi come alternativa ai popolari, a scapito però del Psoe.

Il governo spagnolo guidato dal socialista Pedro Sánchez dovrebbe “ritirare” il progetto di legge in discussione con i partner parlamentari sulla concessione di un’amnistia ai secessionisti catalani, perché dalle amministrative in Galizia di ieri è emerso un rifiuto della sua “politica dello scontro”: è il messaggio proveniente da parte del Partito Popolare, espresso in un’intervista su Antena 3 dalla dirigente della formazione Carmen Fúnez.

Poco prima, ancora più dura nei confronti di Sánchez si è mostrata la governatrice di Madrid Isabel Díaz Ayuso, una delle figure più influenti tra i popolari. “Quanto successo ieri implica la scomparsa del Partito Socialista in tutta la Spagna”, ha detto in mattinata nel corso di un evento, “un politico normale si dimetterebbe oggi stesso”. 

“La Galizia non è la Spagna” e le prossime elezioni europee di giugno sono “una battaglia totalmente diversa” rispetto alle regionali di ieri. È quanto commentano a LaPresse fonti del governo. Le fonti sottolineano come con il voto in Galizia di fatto non sia “cambiato nulla” per la coalizione del Psoe e di Sumar (coalizione di partiti di sinistra) che guida attualmente la Spagna. La stessa lettura è stata fatta dalla portavoce del Psoe Esther Peña in un punto stampa. La socialista, pur dicendosi non soddisfatta del risultato ottenuto, ha affermato che quello in Galizia è stato un voto territoriale e ha ricordato che la regione è un “feudo” del Partito popolare e che da anni il Pp vince in questa Comunità autonoma. Dello stesso avviso è stato il portavoce di Sumar Ernest Urtasun.

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