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Luigi Crespi si racconta: dalle Frattocchie ad Arcore fino a diventare “suggeritore” di Edi Rama

Luigi Crespi si racconta: dalle Frattocchie ad Arcore fino a diventare “suggeritore” di Edi Rama

Politica - di Mario Campanella - 8 Febbraio 2024 - AGGIORNATO 8 Febbraio 2024 alle 19:49

Una vita da spin doctor, anzi sette vite come i gatti, inseguendo i sogni berlusconiani, tra cadute e successi. Luigi Crespi, con il libro, “Lo spin doctor” (edizioni Solferino) attraversa la sua vita, con i successi e i fallimenti tipici di ogni persona.

Crespi racconta una serie di campagne elettorali e di vittorie partendo da quella più famosa, il 2001, sancita dal patto con gli italiani firmato da Silvio Berlusconi nel salotto televisivo di Bruno Vespa, e arrivando sino alla vittoria di Stefano Caldoro in Campania alle elezioni regionali. Ma è il rapporto con il Cavaliere che contrassegna l’autobiografia di Crespi.

Lui, proveniente dalla Fgci, rimane coinvolto molto più che professionalmente da Silvio Berlusconi. Ne subisce il fascino e ne avverte la mancanza, quasi come se fosse un rapporto d’amore e poi ne subisce l’assenza nei tempi della crisi e dei problemi personali.

Come possa un uomo che aveva fatto la scuola delle Frattocchie approdare a un progetto liberale e anticomunista è un mistero che Crespi svela nel libro. E’ il carisma del Cavaliere che lo affabula così come la convinzione di essere parte attiva nei successi del Presidente.

Luigi Crespi nella sua autobiografia rappresenta idealmente una categoria nutrita di ghostwriter spesso decisivi nella formulazione di scelte politiche ma non del tutto rassegnati a vivere nell’ombra. Lo spin doctor si riverbera in un’autoanalisi sui pericoli di una spinta naturale all’affermazione narcisistica, frustrata però da personalità di per sé ingombranti.

“Il tuo limite è che hai un grande spirito creativo ma ragioni da povero” gli dirà Berlusconi quando lui esprimerà perplessità sulla nave da crociera utilizzata alle regionali del 2000, cavalcata primordiale verso la vittoria dell’anno successivo.

Per Crespi il rapporto con il leader di Forza Italia diventerà, “un amore tossico”, incapace di essere sciolto naturalmente e di essere allo stesso tempo eterno.

Il libro di Crespi è gustoso e interessante anche per altri esempi di impegno politico: l’aneddoto della collaborazione con Gianni Alemanno, Sindaco di Roma, e i consigli per affrontare l’emergenza della neve, e le mozzarelle usate come brand per la vittoria di Caldoro.

Luigi Crespi diventerà anche consulente di Edi Rama, contribuendo alla vittoria elettorale in Albania, a corredo di un talento indiscusso.

La sincerità della confessione è anche il sintomo di una normalità esistenziale fatta di successi e sconfitte. Molto più modestamente del generale francese, anche Crespi, “cadde e risorse”. In mezzo resta la sua dimensione umana e anche l’abilità acquisita nella giovinezza di utilizzare la comunicazione come mezzo di propaganda efficace. In fondo si è leninisti per sempre.

 

 

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di Mario Campanella - 8 Febbraio 2024