Mara Venier: “Ma quale censura, con Dargen c’era un problema di tempi. L’ho invitato di nuovo”
“Certo che gli artisti devono essere liberi di esprimersi. Però anche quello che dicono può essere discusso. E tutte le opinioni dovrebbero essere rappresentate. Domenica da me Ghali ha potuto parlare in piena libertà, ha risposto alle critiche dell’ambasciatore di Israele, ha concluso il suo ragionamento senza che nessuno lo interrompesse”. Mara Venier replica alle critiche di chi l’accusa, di fatto, di aver prestato volto e voce alla censura di regime durante la puntata di Domenica In post Sanremo. Un’accusa presto diventata motivo di campagna d’odio sui social e che l’ha fatta stare male, perché “mai in vita mia ho censurato nessuno né sono mai stata accusata di censura”. Mai fino a queste folli polemiche su un Sanremo in cui ciascuno ha potuto dire ciò che voleva e dopo il quale, anche nel corso del suo show domenicale, Ghali ha avuto modo di ribadire nuovamente la sua. “Ma Venier ha letto il comunicato dell’Ad Roberto Sergio e interrotto Dargen D’Amico mentre parlava di migranti” è il capo d’imputazione, che ha portato a un giudizio netto come quello espresso da Repubblica: la conduttrice, è stata la sentenza, è una “vestale del melonismo”.
Mara Venier: “Non ho zittito nessuno, avevo un problema di tempi”
Intervista da Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, Venier ha risposto puntualmente a tutti gli “addebiti”. “Non ho zittito nessuno, l’imbarazzo non era per il tipo di domande, ma per i ritmi, il tempo che passava, gli artisti che stavano lì e dovevano cantare”, ha spiegato, a proposito del fuorionda in cui ha chiesto ai giornalisti di non metterla in difficoltà. “C’era una trasmissione da portare a termine, trenta cantanti da ascoltare”, ha proseguito, riferendosi in particolare al perché ha interrotto Dargen D’Amico mentre parlava di migranti. “L’ho invitato in trasmissione domenica prossima, spero che venga”, ha poi rivelato. Dunque, nessuna censura, ma una scelta pratica, dettata da ragioni tecniche e buon senso: “È ovvio che una domanda sull’immigrazione richiede una riflessione ampia, una risposta complessa, che non si risolve in trenta secondi. I giornalisti sono sempre stati i benvenuti nelle mie trasmissioni, e sono sempre stati liberi di fare le domande che ritenevano più opportune”.
“Sono una conduttrice Rai, se l’Ad chiede di leggere un comunicato, io lo faccio”
Rispetto alla lettura del comunicato di Sergio, Venier ha ricordato che “io sono una conduttrice Rai: se l’amministratore delegato della Rai mi chiede di leggere un comunicato, io lo faccio”. “Quanto al contenuto, forse qualcuno non è d’accordo con la condanna del massacro del 7 ottobre?”, ha replicato alla critica sul fatto che lei ha commentato con un “siamo tutti d’accordo”. “Certo, è doveroso ricordare anche le vittime innocenti di Gaza”, ha aggiunto, sentendosi poi domandare con una certa insistenza quale sia la sua posizione. Quasi, insomma, come se in questo clima che si è creato dovesse giustificarsi per aver condiviso il comunicato dell’Ad, che per altro – è bene ricordarlo – aveva l’intento di riequilibrare un messaggio totalmente sbilanciato lanciato durante il Festival.
“Non avverto clima di censura in Rai. Io una vestale del melonismo? La definizione mi fa sorridere”
Infine, l’accusa di essere una “vestale del melonismo”. “Ho pianto molto in questi giorni, ma questa definizione mi fa davvero sorridere. Se sono da trent’anni in tv, è perché non ho mai sposato una parte politica. Io mi rivolgo a tutto il pubblico, a prescindere dalle idee politiche di ciascuno, e rispettandole tutte. Da donna, sono contenta che ci sia una donna presidente del Consiglio. Ma continuerò ad ascoltare tutte le voci”, ha chiarito, respingendo la narrazione secondo cui nella tv pubblica vi sarebbe un clima di censura. “Io non lo avverto. E poi, ripeto, nulla di più estraneo a me e alla mia vita della censura”, ha detto Venier, avvertendo: “Accetto le critiche, nessuno è perfetto, tutti possiamo sbagliare; ma la censura, proprio no”.