Meloni riceve gli agricoltori: “Irpef più equa. In 16 mesi non si fanno miracoli, ma il passo è cambiato”
Giorgia Meloni a Palazzo Chigi con le principali organizzazioni agricole; il ministro Francesco Lollobrigida, poi, anche al Masaf con una delegazione di Riscatto agricolo. È stata una giornata di ascolto e confronto tra agricoltori e governo, che nei due diversi momenti hanno avuto modo di affrontare insieme i temi che agitano il settore. Alla fine, insomma, i “trattori” a Roma ci sono arrivati, ma preferendo il dialogo con l’esecutivo alle barricate sollecitate dal Pd. Del resto, il messaggio è sempre stato chiaro, nonostante i tentativi dell’opposizione di mistificarlo: il governo appoggia le legittime istanze degli agricoltori.
Due ore di confronto tra Meloni e organizzazioni agricole: al via il tavolo di coordinamento del settore
Per oltre due ore il premier ha presieduto il tavolo a Palazzo Chigi, al quale hanno preso parte i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, dell’Economia Giancarlo Giorgetti, dell’Interno Matteo Piantedosi, degli Affari regionali e Pnrr Raffaele Fitto, dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, del Lavoro Marina Calderone. A confrontarsi con loro c’erano Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri, Alleanza Coperative. Un incontro non estemporaneo, non un “contentino” per placare gli animi in un momento particolarmente caldo, ma l’avvio di un dialogo stabile e ancora più strutturato di quello esistito fin qua. Meloni, infatti, ha annunciato la decisione del governo di istituire il “nuovo tavolo di coordinamento per il lavoro in agricoltura”, del quale faranno parte, oltre ai ministeri competenti, anche i rappresentanti delle organizzazioni agricole e i sindacati dei lavoratori agricoli. Lo scopo, ha spiegato il premier secondo quanto trapelato, è “affrontare insieme alcuni problemi: costi del lavoro, reperimento della manodopera, gestione dei flussi, formazione e semplificazione. Questioni cruciali per il settore agricolo e sulle quali – ha chiarito Meloni – noi non intendiamo sottrarci”.
Dall’Irpef agricola più equa al rinvio di sei mesi delle assicurazioni sui trattori
La giornata si era aperta con l’emendamento depositato da FdI, in accordo con Lollobrigida e Meloni, al Milleproroghe per posticipare di sei mesi l’entrata in vigore dell’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli. Meloni al tavolo con le organizzazioni di categoria ha affrontato altri temi cruciali e al centro delle rivendicazioni, spiegando le scelte del governo e gli indirizzi di una politica che considera il settore centrale per l’economia. “Capitolo Irpef agricola. L’esenzione Irpef negli anni passati è stata una misura iniqua e ha favorito soprattutto i grandi imprenditori e le imprese con volumi di affari elevati. La proposta del governo è quella aiutare gli agricoltori che ne hanno bisogno limitando l’esenzione Irpef ai redditi agrari e domenicali che non eccedono l’importo di diecimila euro. In altre parole, l’esenzione dell’Irpef deve essere un intervento per i più deboli che risulti un sostegno concreto a chi produce e non un privilegio”, ha spiegato Meloni, secondo quanto emerso. “Credo che il provvedimento che emergerà da questa discussione, con un ulteriore sforzo a garantire risorse adeguate dice il ministro Giorgetti, garantirà più del 90% delle imprese agricole italiane ed è quindi più che sufficiente a dare un segnale di ulteriore attenzione”, ha detto poi Lollobrigida, lasciando Palazzo Chigi.
Cibo sintetico, transizione green, fitofarmaci: il governo in Europa si fa sentire e si vede
Il premier quindi ha ribadito e rivendicato il no al cibo sintetico, l’impegno per una Pac che preveda “più semplificazione nell’erogazione degli aiuti, il no ai tagli finanziari, lo stop agli aiuti per non produrre, un maggiore sostegno ai giovani”, la battaglia per una transizione green non ideologica. Temi sui quali il governo ha già saputo incidere in modo significativo in Europa e sui quali continuerà a battersi. Ma sono molti i dossier su cui Meloni ha potuto affermare che “il nostro peso si è fatto sentire” e “sui quali sta progressivamente prevalendo il buon senso”: emissioni, packaging, rotazione forzata o messa a riposo obbligatoria. E, ancora, il successo conseguito con il ritiro della legge sui fitofarmaci. “Certo – ha ammesso Meloni – non tutte le questioni sono risolte, la nostra attenzione rimarrà ovviamente alta, ma io credo che il cambio di marcia sia evidente”.
Meloni: “In 16 mesi non si fanno miracoli, ma l’inversione di tendenza è evidente”
“Credo che voi possiate riconoscere che in questi mesi l’aumento delle risorse a favore del comparto c’è stato ed è stato rilevante, seppur in una condizione difficile di bilancio, che anche voi conoscete bene. In 16 mesi non è possibile fare i miracoli e correggere anni di scelte sbagliate, ma io credo che l’inversione di tendenza sia evidente”, ha quindi aggiunto il presidente del Consiglio, ricordando gli “obiettivi di fondo” dell’esecutivo, che poi sono gli stessi degli agricoltori: valorizzazione delle filiere nazionali; incentivo alla produzione nazionale; difesa del nostro modello agroalimentare, della nostra biodiversità e dei nostri cibi di qualità dall’omologazione e dall’impoverimento. “Sono queste le tre grandi direttrici che hanno orientato il nostro lavoro e che si sono tramutate, in questi mesi, in misure estremamente concrete”, ha sottolineato il premier, ricordando anche la scelta di aumentare i fondi all’agricoltura, da 5 a 8 miliardi, nell’ambito della revisione del Pnrr. Dopo aver esposto i numerosi provvedimenti già adottati per il settore, Meloni quindi è passata a illustrare ciò su cui il governo sta concentrando ora le proprie attenzioni: il tema, “molto importante”, dei costi di produzione; il rafforzamento dei controlli contro le pratiche sleali; la cabina di regia interforze per il controllo sui prodotti importati da Paesi terzi che non rispettano gli standard sanitari e di tracciabilità; il sostegno alle filiere “100% italiane”, anche con strumenti come la carta Dedicata a te; il sostegno al credito, potenziando il Fondo di Garanzia dell’Ismea.