Nordio sul caso Salis: “Per lei ci chiedono l’impossibile. Abbiamo 2000 detenuti all’estero”

7 Feb 2024 8:47 - di Carlo Marini
Nordio Salis

«Lo Stato ha fatto il possibile. Anche di più. Abbiamo oltre 2.000 cittadini in carceri straniere e per ciascuno ci attiviamo, nei limiti di norma». Così Carlo Nordio, in un’intervista a Virginia Piccolillo del Corriere della Sera, replicando alle parole del padre di Ilaria Salis, la 39enne milanese detenuta in Ungheria.

È «impossibile», spiega il ministro della Giustizia ipotizzare di ospitare la Salis in ambasciata. «È territorio italiano, ma non ha né la struttura né la legittimazione a sostituirsi a un domicilio privato come luogo di detenzione. Se, in astratto, un detenuto si allontanasse, commetterebbe il reato di evasione punito dalla legge italiana, ma sarebbe arrestato in Ungheria che dovrebbe riconsegnarlo a noi. Avremmo un insolubile conflitto di attribuzioni, mai verificato».

Nordio: “Ho incontrato due volte il padre della Salis”

«Mai stati soli. L’ho incontrato due volte. E ci siamo mossi con doverosa sollecitudine, appena ci è stato prospettato il problema. Ma il nostro intervento ha un limite invalicabile: la sovranità della giurisdizione straniera», ha detto il ministro. «L’idea che un ministro italiano possa suggerire a un giudice, italiano o straniero, come comportarsi, sarebbe vista, giustamente, come un sacrilegio»

«Lo Stato – ha affermato Nordio – ha fatto il possibile. Anche di più. Abbiamo oltre 2.000 cittadini in carceri straniere e per ciascuno ci attiviamo, nei limiti di norma». C’è un altro attivista italiano ricercato in Ungheria. Se catturato sarà consegnato? «Non ne sono informato. Ma varrebbero le stesse considerazioni fatte per Salis».

“Manatte e catene? Degradante, ma le abbiamo viste anche in Italia”

«L’unica cosa che possiamo e stiamo facendo, è assicurarci che vengano rispettate le regole umanitarie ed europee sulla detenzione». Avete avuto garanzie contro manette e guinzaglio? «Al garante dei detenuti hanno assicurato un trattamento conforme a leggi e accordi internazionali. Manette e catene non sono state abolite, ma sono un’eccezione. Normativa italiana ed europea sono chiarissime: l’imputato compare libero davanti al giudice, salvo non si dispongano misure coercitive per ragioni di sicurezza o pericolo di fuga. Purtroppo le abbiamo viste anche da noi. E vediamo imputati anche in gabbia, come bestie feroci. Non so cosa sia più degradante».

Non manca una replica alle polemiche sul convegno saltato con l’ex presidente della Consulta Giuliano Amato. È «un’illazione arbitraria e contraria alla nostra tradizione» sostenere che lo stop alla presentazione del libro di Giuliano Amato in carcere sia avvenuto per motivi ideologici». Nordio ha invece ricordato che «ogni evento in carcere va accuratamente organizzato. Non c’erano i tempi. Ne sono dispiaciuto. Saremo ben lieti di ospitarlo nelle forme adeguate. Io stesso spero di partecipare».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *