Piantedosi: “A Pisa corteo fuori legge. E’ ora di abbassare i toni”. La sinistra va fuori di testa
È scattato l’applauso dell’Aula quando il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha confermato la massima fiducia nelle forze di polizia. Sottolineando che non vanno sottoposte a processi sommari e che soprattutto non esiste alcuna indicazione del governo nel reprimere il diritto alla manifestazione del pensiero. Il ministro è intervenuto alla Camera per informare sugli scontri avvenuti con gli studenti la scorsa settimana, sottolineando il clima di crescente aggressività contro le forze dell’ordine.
Piantedosi: “Turbato dalle immagini degli scontri, siamo aperti ad ogni autocritica”
«La visione delle immagini degli scontri di Pisa, circolate sui media, ha turbato anche me- ha ribadito Piantedosi-. Siamo aperti a ogni analisi e autocritica, allorquando, anche una sola manifestazione o un solo momento di una singola manifestazione, tra le migliaia che si svolgono ogni anno, impone un approfondimento. Tutti auspichiamo che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti. E quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è comunque una sconfitta. Ed è ancor più necessario svolgere ogni verifica con puntualità, obiettività e trasparenza», ha spiegato il ministro, ricostruendo quanto avvenuto la scorsa settimana a Pisa e Firenze lo scorso 23 febbraio.
Piantedosi: “Nessuna processo sommario alle forze dell’ordine”
Piantedosi ha altresì rigettato i processi sommari che pure si sono fatti in questi giorni contro le forze di Polizia. Pertanto Piantedosi ha precisato. “Consentitemi di sottolineare il diritto degli appartenenti alle forze di polizia di non subire processi sommari. Sono lavoratori che meritano il massimo rispetto”. La gestione dell’ordine pubblico è un impegno quotidiano, “delicato e non privo di rischi”- ha proseguito il ministro la sua informativa- svolto con la massima dedizione dalle donne e dagli uomini in divisa. Respingo fermamente ogni tentativo di coinvolgere, nelle polemiche politiche, il lavoro delle forze di polizia: presidio delle istituzioni democratiche a cui è rimesso il compito, fondamentale e imprescindibile, di garantire a tutti, in modo imparziale, l’esercizio del diritto di riunione e di manifestazione del pensiero; in piena sicurezza per i manifestanti stessi, gli operatori di polizia, i cittadini e i luoghi interessati’.
“Non c’è un disegno del governo per reprimere il dissenso. Mai potrà esserci”
Su un aspetto è stato categorico, sul “clima” restrittivo di cui parlano le opposizioni strumentalmente. “Non vi è, e mai vi potrà essere, alcuna direttiva ministeriale in tal senso. E neanche indicazioni volte a cambiare le regole operative di gestione dell’ordine pubblico – ha aggiunto -. Da sempre, a prescindere dal colore politico dell’Esecutivo in carica, le modalità di gestione delle manifestazioni di piazza sono improntate a equilibrio e professionalità; indirizzate al prudente apprezzamento delle circostanze, all’applicazione dei principi di proporzionalità e adeguatezza nella modulazione dei dispositivi predisposti e alla ricerca di ogni possibile interlocuzione e mediazione con gli organizzatori”.
Cortei, come sono andate le cose “in totale violazione della legge”
Il ministro ha quindi ricostruito minuziosamente i fatti che hanno portato al contatto fisico con i manifestanti. Ha evidenziato che “in totale violazione di legge, non era stato presentato alcun preavviso alla Questura. Ma che la stessa manifestazione, sia dal Collettivo Universitario Autonomo di area antagonista che dal movimento politico Cambiare Rotta Pisa, era stata pubblicizzata sul web come una giornata di sciopero per la Palestina: con concentramento dei partecipanti in Piazza Dante e verosimile prosieguo con un corteo nel centro cittadino”. Di conseguenza, la questura di Pisa, ”avendone avuta notizia, ha cercato più volte, senza esito, di contattare gli organizzatori. Per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso, al fine di poter disporre idonei servizi di ordine pubblico”.
Due tentativi di prendere contatto con i manifestanti
Anche il secondo tentativo di prendere contatto con gli organizzatori delle manifestazioni è andato fallito. ”Sul posto – ha spiegato Piantedosi – personale della questura ha preso contatti con esponenti del citato Collettivo universitario e di Spazio Antagonista Newroz, anch’essi lì presenti. Ai quali, ancora senza alcun esito, venivano nuovamente chieste indicazioni sulle modalità dell’iniziativa”. Inoltre il ”personale della Digos, una volta partito il corteo, invitava più volte i manifestanti a dare indicazioni sul percorso e a non procedere verso Piazza dei Cavalieri: dove non sarebbe stato consentito il transito per evitare il possibile prosieguo verso obiettivi sensibili: tra cui Piazza dei Miracoli, per la quale in sede di Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica era stata valutata l’interdizione alle manifestazioni”.
L’intervento è stato molto dettagliato. A Pisa ”i manifestanti, nonostante ogni tentativo di interlocuzione, hanno rifiutato di fornire indicazioni e si sono mossi in corteo, esibendo uno striscione con la scritta ‘Scioperiamo per la Palestina–contro la complicità di scuole e università’; per poi raggiungere uno degli accessi a Piazza dei Cavalieri, dove era stato schierato, a scopo dissuasivo, un contingente del Reparto Mobile della Polizia di Stato. Nell’occasione, le Forze di polizia hanno intimato ai manifestanti di fermarsi”. Questo il momento determinante. “Il corteo continuava, invece, ad avanzare, costringendo il cordone delle Forze di polizia, in un primo momento, a indietreggiare di diversi metri per evitare scontri. Fino ad arrivare a contatto con un mezzo posizionato per impedire l’accesso a Piazza dei Cavalieri. Per circa dieci minuti, il personale ha tenuto ferma la posizione, utilizzando i soli scudi. Nonostante i manifestanti continuassero a mettere in atto una pressione con spinte, calci, insulti, sputi e tentativi di sottrarre gli scudi’‘. Una fase drammatica.
Le forze di polizia compresse
”In tale fase – ha spiegato Piantedosi – una decina di manifestanti superava la barriera, raggiungendo le spalle dello schieramento degli operatori in servizio. Venivano, pertanto, bloccati dal personale delle Forze di polizia e condotti nell’adiacente Piazza dei Cavalieri. Tra questi, una nota esponente antagonista. Atteso il perdurare della forte pressione, sopraggiungeva un secondo contingente dei reparti. Per garantire l’incolumità degli operatori, compressi contro l’automezzo collocato alle loro spalle, veniva effettuata una carica di alleggerimento”. Il che ha consentendo al personale di avanzare di qualche metro e “di allentare così la pressione dei manifestanti. Durante l’azione è stata fatta intervenire sul posto un’ambulanza che ha provveduto a trasportare al pronto soccorso una manifestante”.
“Nel 2023 120 feriti tra forze polizia e 64 tra manifestanti’
”Al termine della carica di alleggerimento la situazione si è normalizzata e i manifestanti si sono diretti, sempre in corteo, verso il Polo della memoria S. Rossore dell’Università di Pisa, per sciogliersi al termine di un’assemblea”. Negli scontri di Pisa ”sono rimasti contusi 17 manifestanti, di cui 11 minorenni, e 2 funzionari della Polizia di Stato’‘. ‘L’attività investigativa sugli scontri a Pisa “ha consentito di deferire in stato di libertà quattro persone per il reato di resistenza aggravata a pubblico ufficiale; e per violazione dell’articolo 18 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Si tratta di maggiorenni, tutti con precedenti per reati attinenti all’ordine pubblico”. Altre verifiche sono in corso verifiche da parte del Dipartimento della Pubblica sicurezza “in un clima di piena collaborazione tra polizia e inquirenti”.
La sinistra va in tilt: “Piantedosi peggio di Salvini”
Cita un dato Piantedosi: “Nel 2023 nel corso delle manifestazioni pubbliche si sono avuti 120 feriti tra gli operatori e 64 feriti tra i manifestanti. Il che smentisce in maniera inequivocabile una presunta strategia di contrazione della libertà di espressione in Italia”. La sinistra è insorta spuntando fiele. “Era difficile fare peggio di Salvini”, ha commentato Orfini del Pd. Mentre la grillina Baldino è stata imbarazzante. “Lei ministro ha perso l’occasione per prendere atto della sua manifesta e plateale inadeguatezza”. Fino al delirio. “Lei è venuto qui a pavoneggiarsi”. E la Grimaldi di Avs gli dà del negazionista. Sipario pietoso su una sinistra che specula platealmente.