Pozzolo dai Probiviri di FdI: “Le mie idee non cambiano, non mi sento scaricato dal partito”
“Le mie idee non cambieranno mai. Le mie idee non cambieranno mai”. Lo ha ripetuto come un mantra il deputato di Fdi Emanuele Pozzolo, ai cronisti che oggi lo incalzavano su un possibile addio al partito che, dopo l’incidente di Capodanno, ha deciso di sospenderlo e ora ha affidato la ‘pratica’ al Comitato di garanzia, i Probiviri, che lo hanno audito oggi. Pozzolo, prima di lasciare la Camera, si è fermato da Giolitti, la celebre gelateria a due passi da Montecitorio. Lì è stato stanato dai cronisti che lo hanno incalzato con le domande. A chi gli chiedeva del suo futuro e dello stato dell’arte nel partito sulla sua vicenda, ha replicato con un secco “rispondo solo a domande politiche”. Pozzolo non ha risposto a chi gli ha chiesto se abbia sentito la premier Giorgia Meloni dopo l’accaduto. A chi gli chiede chi voglia buttarlo giù dalla torre, citando una ricostruzione apparsa sui quotidiani, “io mi preoccuperei più della vostra stabilità. Chi rischia di cadere, sotto molti punti di vista, siete voi giornalisti e con una caduta pesante”.
Pozzolo: “Dai probiviri di FdI è andata benissimo”
Quanto ai tempi per la decisione dei probiviri, “sono questioni interne al partito”, ha chiuso la questione. Il collegio di garanzia di FdI è composto non da parlamentari ma da professionisti esterni al partito, fanno parte Roberto De Chiara, Giuseppe Corona, Matteo Petrella, Filippo Milone, Maria Modaffari, Edoardo Burelli. Sulla sua audizione dai ‘probiviri’ di FdI, è andata “benissimo” tanto da sentirsi “per nulla” scaricato dal suo partito. “Se volete farmi delle domande di politica io rispondo – ha detto a più riprese ai giornalisti-. C’è il mondo che è in fiamme, l’Iran che sta contribuendo a scatenare una simil terza guerra mondiale insieme alla Cina e alla Russia, ci sono popolazioni che stanno morendo, ma vedo che voi giornalisti fate un lavoro egregio probabilmente calibrandolo a quel che voi ritenete corretto”. A chi gli chiedeva se, dopo l’audizione dei probiviri, tornerà regolarmente al lavoro alla Camera, “non dovrò mica dirlo a lei -risponde duro Pozzolo – quando vengo o non vengo in Parlamento, abbia pazienza…”. “Non mi risulta”, ha poi risposto a chi gli domandava se i ‘probiviri’ procederanno con un’espulsione.
Il messaggio su Facebook
“Una frase che ripeteva spesso: ‘Coraggio, coraggio sempre!’. Don Bosco è stato un uomo indisponibile a piegarsi, radicato nella sua fermezza e nell’allegria della vita”. Lo scrive su Facebook, Emanuele Pozzolo, il deputato di Fratelli d’Italia proprietario della pistola con cui è stato ferito un uomo di 31 anni durante una festa di Capodanno vicino a Biella, in occasione del giorno di San Giovanni Bosco, che cade il 31 gennaio.
“Scrisse che in ‘tempi difficili in cui i nemici della luce si adoperano per coprire la verità’ bisogna vivere ‘con i piedi per terra e con il cuore abitare nel cielo’. Quello di Giovanni Bosco è un vivere profondamente il cristianesimo – hic et nunc – in modo intenso, un reagire costante, un guardare l’Oltre: ‘Guai a chi lavora aspettando le lodi del mondo: il mondo è un cattivo pagatore e paga sempre con l’ingratitudine’. Un esempio immenso, immortale”, conclude il parlamentare sospeso da Giorgia Meloni.
L’inchiesta sulla pistola di Capodanno
“Nell’ambito dei controlli amministrativi avviati dalla Prefettura per la revoca del porto d’armi nei confronti del presunto indagato, onorevole Pozzolo, è emerso che la pistola dalla quale è stato esploso il colpo, seppur legittimamente detenuta, non poteva essere portata in luogo pubblico o aperto al pubblico poiché detenuta esclusivamente in regime di collezione. Conseguentemente al ricevimento di tale successiva ed ulteriore comunicazione di reato si è proceduto, pertanto, all’iscrizione del presunto indagato per porto illegale di arma da fuoco”. Così in una nota la procura di Biella che sta conducendo le indagini sul colpo di pistola partito la sera di Capodanno durante una festa nella pro loco di Rosazza dall’arma del deputato di FdI. “In occasione dell’avviso di deposito degli esiti dello Stub alle parti procedimentali, eseguito il 23.1.2024, il solo presunto indagato ed il suo difensore erano già stati ufficialmente informati di tale nuova iscrizione relativa a ‘porto illegale di arma da fuoco in luogo pubblico o aperto al pubblico’”, prosegue la procura precisando che “la natura dell’arma è emersa solo a seguito degli accertamenti amministrativi, in quanto la relativa licenza per armi da collezione non risultava censita digitalmente in banca dati, poiché cartacea e non immediatamente acquisibile”. “Di conseguenza, nessuna notizia di reato avrebbe potuto essere confezionata e/o trasmessa al momento del fatto che ha dato origine al procedimento”, conclude la procura nella nota.