Premierato, la maggioranza d’accordo sulle modifiche. Balboni (FdI): l’ultima parola spetta ai leader
“È stato raggiunto un accordo all’unanimità tra tutte le forze politiche di maggioranza sulle modifiche da fare al ddl sul premierato“. È quanto dice il presidente della commissione affari costituzionali Alberto Balboni (FdI), al termine del vertice di maggioranza. “Questa proposta unitaria che abbiamo elaborato verrà sottoposta ai leader per la loro approvazione definitiva e quando avremo la loro approvazione sarà depositata” in commissione Affari costituzionali a firma “della maggioranza”, ha spiegato, parlando di 4 o 5 emendamenti.
Tra le modifiche più importanti quella sul secondo premier. Secondo quanto si apprende il testo degli emendamenti continua a prevedere un secondo premier, esclusivamente “in caso di impedimento permanente, morte, decadenza o dimissioni volontarie del Presidente del Consiglio eletto”. Casi in cui “il Presidente della Repubblica può conferire l’incarico di formare il governo al Presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare che è stato candidato in collegamento al Presidente eletto”. “Qualora il Governo così nominato -si legge ancora nel testo visionato dall’AdnKronos- non ottenga la fiducia, e negli altri casi di cessazione dalla carica del Presidente del Consiglio subentrante il Presidente della Repubblica procede allo scioglimento delle Camere”.
Precisati inoltre durata e poteri del premier eletto. Sul primo punto si prevede che possa ricoprire l’incarico “per non più di due legislature consecutive, elevate a tre qualora nelle precedenti abbia ricoperto l’incarico per un periodo inferiore a sette anni e sei mesi”, si legge nella riscrittura dell’art.92. Sui poteri invece previsto quello di nomina e anche revoca dei ministri (“Il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio eletto l’incarico di formare il Governo; e nomina e revoca su proposta di questo i ministri”).
Confermato il taglio dei senatori a vita. Anche l’ultima bozza del testo atteso sul tavolo dei leader mette fine a questa figura, prevedendo infatti che “restano in carica i senatori a vita nominati ai sensi del secondo comma dell’articolo 59 della Costituzione, nel testo previgente alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale”, come si legge nel testo all’art.5.
E’ previsto infine lo scioglimento delle Camere anche durante il cosiddetto semestre bianco (gli ultimi sei mesi del mandato del Presidente della Repubblica) non più quando “coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura”, ma “salvo che lo scioglimento costituisca atto dovuto”. È quanto emerge dalla bozza degli emendamenti al ddl Casellati, dove trova posto la modifica all’articolo 88 della Costituzione.