Rai, Roberto Sergio: dopo le minacce a lui
e alla famiglia il Viminale gli assegna la scorta

14 Feb 2024 17:00 - di Prisca Righetti
scorta Sergio

A pochi giorni dalla lettura del comunicato Rai nel salotto di Domenica In per spegnere le polemiche sulle parole di Ghali pronunciate dal palco del Festival di Sanremo sulla situazione a Gaza, la tensione sale e con le polemiche aumentano anche le intimidazioni. Così, secondo quando apprendono le agenzie di stampa, il ministero dell’Interno ha deciso di mettere sotto tutela l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, per alcune minacce ricevute per la sua presa di posizione a sostegno di Israele. All‘ad della Rai è stata quindi assegnata la scorta.

Il Viminale assegna la scorta all’Ad Rai Roberto Sergio

Il provvedimento è stato preso dal ministero dell’Interno sulla base di avvertimenti e intimidazioni che proprio Sergio e la sua famiglia hanno ricevuto nella ultime ore, a seguito della presa di posizione in difesa di Israele, sostenuta dopo gli attacchi e gli appelli lanciati sul palco dell’Ariston da diversi artisti. Una tensione crescente, quella che si respira intorno al caso, deflagrata anche con le ripetute manifestazioni fuori dalle sedi dell’azienda pubblica, dove si sono registrati anche tafferugli con la polizia, da parte di Potere al Popolo e degli studenti di Cambiare Rotta, a Roma e a Napoli.

Rai, minacce all’ad Sergio: informativa in Procura a Roma

In particolare, una prima informativa delle forze dell’ordine in relazione alle minacce ricevute dall’ad della Rai Roberto Sergio per le sue posizioni di sostegno a Israele è stata inviata in procura a Roma. I pm capitolini, coordinati dal procuratore capo Francesco Lo Voi, esamineranno le carte per valutare eventuali ipotesi di reato e l’apertura di un fascicolo di indagine. Nel frattempo, questa mattina il Viminale ha messo sotto tutela l’ad di Viale Mazzini, al quale è stata assegnata la scorta.

Il provvedimento scattato dopo le minacce a lui e alla sua famiglia

Il provvedimento allora arriva a pochi giorni dalla lettura del comunicato Rai nel salotto di Domenica In per spegnere le polemiche sulle parole di Ghali dette al Festival di Sanremo sulla situazione a Gaza. Sul caso è intervenuta ieri la stessa conduttrice del programma che, rispetto alla lettura del comunicato di Sergio, ha ricordato: «Io sono una conduttrice Rai: se l’amministratore delegato della Rai mi chiede di leggere un comunicato, io lo faccio». E ancora: «Quanto al contenuto, forse qualcuno non è d’accordo con la condanna del massacro del 7 ottobre?», ha replicato la Venier rispondendo alla critica sul fatto che lei ha commentato con un «siamo tutti d’accordo».

Sergio sotto scorta, le intimidazioni e le offese per le sue posizioni «a sostegno di Israele»

«Certo, è doveroso ricordare anche le vittime innocenti di Gaza», ha quindi aggiunto, sentendosi poi domandare con una certa insistenza quale sia la sua posizione. Quasi, insomma, come se in questo clima che si è creato dovesse giustificarsi per aver condiviso il comunicato dell’Ad, che per altro – è bene ricordarlo – aveva l’intento di riequilibrare un messaggio totalmente sbilanciato lanciato durante il Festival. Tanto da indurre lo stesso Sergio ad aggiungere e sottolineare: «Si era parlato di genocidio ed io ho aggiunto il pensiero per i giovani trucidati il 7 ottobre e per i bambini, donne e uomini barbaramente uccisi nei kibbutz. E per gli ostaggi».

Scorta per l’Ad Rai Sergio, la solidarietà e l’incoraggiamento di Rampelli

E sul caso delle polemiche che hanno indotto alla misura di protezione attivata dal Ministero dell’Interno per l’ad Rai Sergio, è intervenuto poco fa il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli (FdI) che, commentando gli ultimi eventi ha sottolineato: «Mai nella storia della Rai ci si è trovati con un obbligo di scorta per l’ad. Quello che sta accadendo a Roberto Sergio e che ha costretto il ministero dell’Interno a proteggerlo, è sconcertante. Segno di un’abitudine congenita a sinistra di far tracimare la legittima critica in intolleranza e violenza. Alla solidarietà doverosa e non rituale, aggiungo all’amico Sergio l’incoraggiamento ad andare avanti nella costruzione di una Rai finalmente equilibrata. È lo strumento fondamentale con il quale informare i cittadini».

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