“Repubblica” svela che il sito italiano “russofilo” è di un iscritto a FdI. Ma è una doppia super-bufala…

22 Feb 2024 14:01 - di Lucio Meo

Che Amedeo Avondet sia stato o sia ancora di destra, non c’è dubbio, che faccia attività politica dichiarandosi “patriota”, nemmeno, che abbia simpatizzato e forse militato in Fratelli d’Italia senza mai essere eletto da nessuna parte, non si può certamente negare, così come è palese, a leggere i suoi social, le sue simpatie per i vari “destrorsi” estremi e “sciolti” come Alessandro Orsini, Diego Fusaro, Francesca Totolo e il generale Vannacci. Ma allo stesso tempo non si può negar un dettaglio non proprio marginale: Amedeo Avondet, l’attivista putiniano che – secondo “Repubblica” – sul sito, il Corrispondente, avrebbe rivelato, primo, forse nel mondo, che lo straniero ucciso il 13 febbraio alle porte di Alicante era in realtà Maxim Kuzminov, il pilota russo che aveva disertato in Ucraina con il suo elicottero, non ha nulla a che fare con Fratelli d’Italia da anni, da prima dell’invasione russa dell’Ucraina. Così come è indubbio che sia stato scaricato pubblicamente da Guido Crosetto, che sosteneva, prima ancora che una sua candidatura alla Circoscrizione 8 di Torino andasse in porto, nel 2021, anche alla luce di un brutto scandalo di “sessismo” che lo aveva coinvolto, determinandone l’espulsione anche dalla sigla universitaria Obiettivo studentesco, dopo la pubblicazione di alcune chat private contenenti le foto di una compagna di università, influencer di sinistra. La notizia della candidatura, all’epoca, fu commentata dal fondatore di FdI Guido Crosetto in modo categorico: «Mi risulta che lui avesse fatto i volantini ma che non fosse stato candidato. Perché fu messo un veto. Una volta “inquadrato”»

Avondet, la Russia e la presunta vicinanza a Fratelli d’Italia

Oggi Amedeo Avondet, che si muove sul web sotto varie sigle non riconducibili a FdI e si definisce legittimamente “collaboratore Russia Unita“, è su tutti i giornali per lo “scoop” del disertore russo, pubblicato dal suo giornale on line col titolo a: “I traditori non vivono a lungo”. “Repubblica“, però, lo presenta un po’ maliziosamente come un militante di Fratelli d’Italia, nonostante il sito del “putiniano” si apra con un articolo contro Giorgia Meloni che ci starebbe portando “nel baratro” col suo sostegno a Kiev. Sull’edizione odierna campeggia l’articolo “Così Meloni ci porta nel baratro”, che parla di un accordo sulla sicurezza tra Roma e Kiev. Eppure il tentativo di assimilarlo alla destra di governo, realizzato oggi su La 7 anche nell’Aria che tira da David Parenzo,

“Il ventiquattrenne torinese mostra una forte passione politica: a 19 anni è stato tra i fondatori di Giovani Patrioti, legato al coordinamento piemontese di Fratelli d’Italia. Ha collaborato con l’europarlamentare Pietro Fiocchi e ha contribuito ad aprire in Piemonte ‘una specie di ambasciate di Donetsk e Lugansk’, assieme al dirigente Fabrizio Comba e all’assessore regionale Maurizio Marrone. Poi è stato espulso da FdI..”. “Perché non ho appoggiato un candidato di Guido Crosetto”, è la versione di Avondet, che non coincide con quella di Crosetto. Peraltro, lo stesso Avondet nega di essere “né il direttore né l’autore del sito né ho una posizione ufficiale all’interno della redazione de Il Corrispondente e non è vero che è stato creato ad hoc per promuovermi: non hanno mai parlato di me o di Italia Unita, per loro ho solo scritto articoli tecnici». Due “bufale”, dunque: non c’entra nulla FdI e neanche il giornale dello scoop sarebbe riconducibile a lui…

Le presunte simpatie per i grillini “russofili” di Di Battista

In realtà un’altra pista su Avondet porta all’area putiniana dell’ex grillino Alessandro Di Battista: “Un giovane torinese assai impegnato nella diffusione di materiale russofilo in Italia, legato in passato alla destra italiana (si candidò anche con Fratelli d’Italia, ma poi ne fu espulso), assurto persino agli onori putiniani del Vladimir Solovyov show. Si fanno strada, grazie a canali Telegram come Donbass Italia (tenuto da Andrea Lucidi) e a riviste online come l’ormai noto Lantidiplomatico (già di area grillina-fazione Di Battista)…”, scrive oggi La Stampa. E allora? Che c’entrano i “fratelli” meloniani?

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