Riforme, scontro al Senato tra Fdi e Pd. Balboni a Boccia: “Non dici la verità, chiedo un giurì d’onore”

8 Feb 2024 13:37 - di Angelica Orlandi
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Scintille in Aula del Senato sul premierato, protagonisti il capogruppo dem Francesco Boccia e il presidente della Commissione Affari Costituzionali, Alberto Balboni di FdI. “Nessuno di noi può dire: qui comando io e si fa come dico io, perché tale comportamento non appartiene alla stagione repubblicana. E io non vorrei che fosse l’ennesima dimostrazione di una insofferenza alle regole; l’ennesima dimostrazione di un’insofferenza verso un modello che noi continuiamo a difendere”. Le parole  in apertura di seduta -oggi dedicata al ddl Nordio-  del dem, rivolgendosi al presidente della prima Commissione: dove si discute il premierato. Il tema fa registrare molte fibrillazioni, il Pd non è sereno. Come in questo caso.

Boccia piagnucola: “Balboni voleva chiamare la forza pubblica”. Falso

Boccia dà la sua versione dei fatti (tendenziosa) affermando che “si sono stati superati i limiti che riguardano non solo il rapporto maggioranza e opposizione; ma anche il ruolo del presidente”. “Ieri al collega Magni di Avs -incalza il dem riferendosi alla seduta della Commissione Affari Costituzionali di mercoledì- è stato detto che sarebbe stata chiamata la forza pubblica. Non ho mai sentito un collega ipotizzare l’allontanamento con l’intervento della Forza pubblica. Mi auguro che Balboni fosse stanco e che tutti vogliamo derubricare questa serata infelice”. Si tratta di una versione molto di parte e drammatizzata. Il fatto è che al Pd e alla sinistra non va giù che a fare le riforme sia il centrodestra. Sono molto nervosi e si è visto.

Balboni: “La ricostruzione di Boccia è infondata”

La ricostruzione offerta da Boccia è infondata – ribatte Balboni-. Mi spiace ma le hanno riferito male. Il gruppo del Pd ieri è arrivato prima per imporre ciò che non era stato stabilito: l’ordine del giorno era stabilito all’unanimità la settimana scorsa, tutti insieme”, dice Balboni. “E’ vero -spiega- ho richiamato duramente il senatore Magni, e lo rifarei. Perché mentre la senatrice Musolini parlava, il senatore Magni si è alzato incombendo su di lei e impedendogli di parlare. Questo è quello che è avvenuto. E io all’ennesimo richiamo ho detto ‘chiamiamo la forza pubblica’, intendevo i commessi”, spiega. Poi aggiunge: “E’ vero pure che ho alzato la voce” perché “se lo fa l’opposizione devo farlo anche io”. Dunque, come finirà? “Chiedo un Giurì d’onore e chiedo che vengano ascoltati i funzionari che erano presenti”, termina Balboni.

Le riforme innervosiscono il Pd

Anche il Senato potrebbe dar vita a organismo per verificare verità, come su caso Mes alla Camera. “Io non mi sono mai permesso di ridere degli emendamenti del senatore Magni- ricostruisce la vicenda Balboni- ; lo hanno fatto i colleghi del partito democratico. Questa è la verità. Sfido chiunque a dimostrare il contrario. Chiedo un giurì d’onore e chiedo che vengano sentiti i funzionari che erano presenti”. Ha concluso così il suo intervento in Aula, in Senato, il senatore di Fdi. Il ricorso al giurì d’onore è la strada già seguita dal leader pentastellato Giuseppe Conte alla Camera, per contestare le ricostruzioni sul Mes date dal premier Giorgia Meloni. Il giurì di Montecitorio, presieduto dall’azzurro Giorgio Mulè,  ha però registrato le dimissioni dei due membri dell’opposizione: Stefano Vaccari (Pd) e Filiberto Zaratti (Avs). Ora anche in Senato potrebbe essere ‘convocato’ un giurì d’onore come chiesto da Balboni.

“Chiederò oggi stesso a La Russa la costituzione di un giurì d’onore”

Spiega ancora Balboni: “Si tratta di un’accusa falsa, perché non ho mai pronunciato una frase del genere; né nel corso dei lavori né in altra occasione. Io ho sempre garantito a tutti i componenti della Commissione che mi onoro di presiedere; la massima libertà di espressione, nel rispetto delle regole. Ritenendomi offeso da quanto attribuitomi falsamente da Boccia, oggi stesso chiederò al presidente del Senato Ignazio La Russa la costituzione di un giurì d’onore”.

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