Roccella: “Gli stupratori di Catania saranno espulsi. Chi violenta una donna non può restare in Italia”

6 Feb 2024 10:11 - di Maurizio Ferrini
Roccella, stupratori Catania

«Agli stupratori di Catania potrà essere negato il permesso di soggiorno, perché c’è il fattore della pericolosità sociale e perché il nostro governo ha cambiato la legge. Dovranno rispondere alla giustizia di cio’ che hanno fatto, e possono comunque essere espulsi, perché ora ci sono tutti i mezzi per farlo». A dirlo Eugenia Roccella, ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità, nell’intervista a Fausto Carioti di Libero Quotidiano.

“Gli stupratori di Catania con la legge del nostro governo potranno essere espulsi”

Adesso «gli strumenti normativi ci sono. La norma che consente di negare il permesso di soggiorno ai giovani egiziani responsabili dello stupro della tredicenne è la legge che abbiamo promosso insieme ai ministri Piantedosi e Nordio, approvata alla fine dello scorso anno. Oltre a rafforzare e rendere più tempestive le misure generali di prevenzione contro la violenza sulle donne, estende agli immigrati indiziati di reati di violenza la possibilità dell’espulsione, per i maggiorenni, e la non concessione del permesso di soggiorno, per i minorenni. È una norma molto importante a tutela delle donne e per aumentare il tasso di sicurezza nelle nostre città».

Roccella: “Per ragioni ideologiche non si è mai affrontato il problema”

I numeri della popolazione carceraria e degli autori dei reati dicono che c’è un nesso tra gli immigrati, in particolare di alcune nazionalità, e le violenze sulle donne, osserva Carioti, prendendo spunto appunto dall’ultimo caso degli stupratori di Catania. «Il nesso c’è – replica il ministro – ed è evidente. Sarebbe inutile negarlo, anche perché il problema non è solo italiano, ormai investe tante nazioni. Ed è stato notevolmente aggravato dall’eccesso di cautela con cui il tema immigrazione è stato gestito in molti Paesi: per ragioni ideologiche o per paura di essere processati di fronte al tribunale del politicamente corretto».

Per la Roccella, «sulla violenza contro le donne non sono più ammissibili giustificazioni come quelle legate alla cultura di provenienza. Anche perché avrebbe poco senso continuare a discutere di patriarcato se non si riconosce che altrove ci sono culture che ancora oggi praticano forme antiche e feroci di patriarcato e oppressione, le quali non devono trovare nel nostro Paese spazio nè la minima forma di indulgenza».

«Io – continua – rivendico l’approccio del nostro governo. Basato su grande apertura all’immigrazione regolare, quella con possibilità di integrazione, di assorbimento lavorativo, come abbiamo dimostrato con i provvedimenti sui flussi. Lotta ai trafficanti di uomini e potenziamento degli strumenti attraverso i quali le autorità possono impedire la permanenza nel nostro Paese o negare l’ottenimento del permesso di soggiorno a chi si rende responsabile di comportamenti inaccettabili. Il messaggio della legge Roccella-Piantedosi-Nordio – conclude la ministra – è chiaro: chi usa violenza nei confronti di una donna non deve poter restare in Italia».

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