Sanremo, i timori dei cattolici dell’Ucid. Pedrizzi: “Festival apolitico? Amadeus ha già iniziato male”
“Le dichiarazioni di Amadeus, che ieri ha cercato di convincerci che questa edizione del festival di Sanremo non sarà né di destra né di sinistra e che la politica non troverà spazio, sembrano una forma di extusatio non petita. Non mi meraviglia il coretto di oggi di Amadeus, costretto, si fa per dire, a intonare ‘Bella Ciao‘, visto che già l’anno scorso la rassegna musicale da molti fu ribattezzata come festa dell’Unità, per gli show Lgbt di Fedez, la conduzione della Ferragni anti-Meloni, la retorica della pallavolista Paola Egonu contro gli italiani e l’esibizione di Benigni in difesa della Costituzione contro chi osava immaginare delle riforme. Quest’anno i presupposti affinché il Festival si trasformi in una passerella contro il governo di centrodestra ci sono tutti, a dispetto delle rassicurazioni di Amadeus. Altro che Tele-Meloni: basta leggere i testi delle canzoni per capire che c’è il rischio che Sanremo si trasformi in una Tele-Schlein telecomandato dal Pd…”, dichiara Riccardo Pedrizzi, presidente del Cts dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti) e del Gruppo Lazio della stessa associazione, che si richiama alla Dottrina Sociale nella Chiesa.
Un festival di Sanremo con tanta politica, secondo Pedrizzi (Ucid)
“I messaggi politici subliminali – prosegue Pedrizzi – sono automatici se un rapper come Ghali canta nella sua cover guarda caso, “L’Italiano” di Toto Cotugno, “sono un italiano vero”, come da ideologia dello Ius Soli e della cittadinanza automatica, o come tale Dargen D’Amico, che porta la tesi dell’accoglienza dei migranti portati dagli scafisti senza una sola parola di condanna per chi li porta in Italia lasciandone a decine in mare, cadaveri, dietro pagamento del viaggio”. Per non parlare delle decisione di ospitare il popolo dei “trattori” sul palco del festival, che secondo Pedrizzi, nonostante le buone ragioni del movimento, “rischia di diventare un momento molto politico con i più estremisti pronti a lanciare messaggi polemici contro il governo di centrodestra.
Infine, ricorda Pedrizzi, “non mancherà neanche il solito tiro al bersaglio nei confronti dei cattolici, se il buongiorno si vede dal mattino, a giudicare dallo spot di una nota marca di cosmetici che utilizzerà Sanremo per affermare le tesi Lgbt mettendo in scena nel suo spot un matrimonio etero che sull’altare si trasforma in una fuga d’amore lesbo…”.