Stellantis, Urso avverte: “Chi lascia l’Italia dovrà restituire gli incentivi ricevuti negli ultimi 10 anni”
“Vogliamo supportare le imprese che investono nel nostro Paese; mentre chi lascia l’Italia dopo aver ricevuto gli incentivi pubblici dovrà restituire i sussidi degli ultimi 10 anni”. Il ministro Urso non ha usato giri di parole. Il discorso sugli incentivi è legato indissolubilmente al dossier Stellantis. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy a margine di un evento della Fenapi sulle Pmi ha precisato: “Se non ci sarà un’adeguata risposta sul piano della produzione da parte di Stellantis- chiarisce- il governo sposterà gli incentivi del fondo automotive sulla produzione e non più sul consumo”.
Urso avverte Stellantis: “Le risorse pubbliche devono tutelare e rafforzare il lavoro in Italia”
L’obiettivo è quello di ottenere risultati, ma la priorità del governo è l’interesse nazionale. Da questo punto di vista, Urso ha evidenziato che senza “un’adeguata risposta sul piano della produzione delle auto nel nostro Paese” dal prossimo anno “le risorse del fondo automotive che restano saranno destinati all’incentivo alla produzione e non più all’incentivo al consumo”: “Non è possibile – ha ribadito- che l’incentivo vada in misura prevalente all’estero. Le risorse pubbliche vanno orientate a tutelare e rafforzare la produzione e il lavoro in Italia“.
Urso: “La nostra riforma degli incentivi ha messo ordine in una ‘giungla'”
Il governo è al lavoro per tutto il comparto. Quindi ha aggiunto: “Abbiamo fatto la riforma degli incentivi: il Parlamento ha approvato la nostra legge delega per riformare gli incentivi e rendere più semplice il lavoro delle imprese. Quando sono arrivato, si contavano quasi 2mila diverse forme di incentivi, talvolta sovrapposte o in contraddizione, una giungla. I primi decreti attuativi li porteremo in Consiglio dei ministri entro febbraio”.
Stellantis, Urso: “Con Elkann interlocuzione assidua”
Il braccio di ferro tra governo e Stellantis, dunque, continua. L’azienda ha comunicato lo stop alle linee produttive di Mirafiori dal prossimo 12 febbraio al 3 marzo: altre quattro settimane di cassa integrazione per i dipendenti, fino al 30 marzo. Tavares, poco prima dell’annuncio, ha anticipato le difficoltà dello stabilimento con il solito “ultimatum”: “Senza sussidi all’auto elettrica Mirafiori e Pomigliano sono a rischio tagli”. Sullo sfondo ci sono poi le voci sulla fusione di Stellantis con Renault, ipotesi smentita lunedì 5 febbraio da John Elkann. “Non esiste alcun piano allo studio riguardante operazioni di fusione di Stellantis con altri costruttori. La società è impegnata al tavolo automotive promosso dal Mimit, che vede uniti il Governo italiano con tutti gli attori della filiera nel raggiungimento di importanti obiettivi comuni per affrontare insieme le sfide della transizione energetica”.
“La prossima settimana ‘riprendono i 5 gruppi di lavoro sul tavolo Stellantis”
Urso ha poi messo a tacere le critiche delle opposizioni che hanno ironizzato sul fatto che Elkann abbia incontrato a Roma il presidente Matteralla “snobbando” il ministro. Accusa ridicola: “Ho incontrato Elkann 3 volte in un anno, abbiamo fatto diversi incontri; e lo stesso Tavares ho incontrato al ministero e in Francia. C’è un’interlocuzione, come ci deve essere, assidua con questa grande realtà industriale italiana e multinazionale”. Il governo è al lavoro e “sul pezzo”. La prossima settimana, ricorda il ministro, ”riprendono i 5 gruppi di lavoro sul tavolo Stellantis; che agisce in parallelo al tavolo automotive, che abbiamo con tutti gli altri attori, il primo di febbraio. Il nostro è, come deve essere, un cantiere continuo per valorizzare la produzione”. L’obiettivo “è quello di giungere a un documento conclusivo che metta in campo gli impegni che sono stati assunti dall’azienda, in quella sede e anche fuori: con gli obiettivi che i sindacati si propongono in termini di mantenimento occupazionale, con gli obiettivi che l’indotto si propone, e noi con loro”.