Strage familiare a Palermo: brucia la moglie e strangola due figli. FdI: “Fermiamo questa carneficina”
Ha ucciso e bruciato la moglie e strangolato i due figli, di 5 e 16 anni con una catena. Poi ha chiamato i carabinieri e si è consegnato. È accaduto nella notte tra sabato e domenica ad Altavilla Milicia, un comune sul mare dell’Hinterland palermitano. L’uomo si chiama Giovanni Barreca ed è un muratore.
Strage familiare in provincia di Palermo: i figli avevano 5 e 16 anni
Le vittime sono la moglie Antonella Salamone e i figli Kevin di 16 anni ed Emanuel di 5. La terza figlia 17enne è salva: non è ancora chiaro se sia scappata dalla scena del delitto trovando rifugio a casa di amici o se ieri sera fosse a dormire fuori. La tragedia è avvenuta in via Regia Trazzera Marina di Granatelli, ad Altavilla Milicia, nel Palermitano. La scena del delitto viene definita dagli inquirenti “particolarmente cruenta”. Secondo quanto scrive La Sicilia il corpo della moglie non sarebbe stato trovato in casa e sarebbero in corso le ricerche per individuare il cadavere: una delle ipotesi è che Barreca lo abbia sepolto prima di chiamare i soccorsi. Le indagini sono affidate ai militari del reparto operativo di Palermo, coordinati dai magistrati della procura Termini Imerese.
Campione (FdI): “Le istituzioni facciano una profonda riflessione”
«La scia di sangue dei femminicidi e delle violenze in famiglia sembra non volersi arrestare», ha dichiarato la senatrice di Fratelli d’Italia Susanna Campione, componente della Commissione bicamerale di inchiesta sul femminicidio. «Anche oggi a Palermo – prosegue la Campione – si è consumata una strage che ha visto morire oltre alla moglie anche i suoi due figli mentre la terza si è salvata per miracolo». Per la senatrice di FdI, che ha presentato un disegno di legge per combattere la violenza domestica, «è evidente che nella società si sono create ferite che non appaiono facilmente sanabili. Ma non possiamo lasciare da sole le vittime di violenza. Le istituzioni tutte facciano una profonda riflessione su quanto c’è ancora da fare per fermare questa carneficina».