Tel Aviv nega l’ingresso all’inviata Onu Albanese: da lei parole oltraggiose per giustificare il massacro del 7 ottobre

12 Feb 2024 17:54 - di Lorenza Mariani
Israele Onu

Israele ha deciso di vietare l’ingresso nel Paese a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite per le violazioni dei diritti umani commessi nei Territori palestinesi occupati. La decisione, spiegano in una nota il ministero degli Esteri e il ministero dell’Interno, è legata a quelle che definiscono le «oltraggiose» dichiarazioni della funzionaria dell’Onu Albanese, secondo cui l’attacco del 7 ottobre «sarebbe stata una reazione all’oppressione israeliana».

Israele nega l’ingresso all’inviata Onu Francesca Albanese

«Il tempo del silenzio degli ebrei è finito. Se le Nazioni Unite vogliono tornare ad essere un organismo rilevante, il suo leader Antonio Guterres deve sconfessare pubblicamente le parole antisemite della loro “inviata speciale” Francesca Albanese e rimuoverla immediatamente dal suo posto. Impedirle di entrare in Israele servirà a ricordare le atrocità commesse da Hamas, compreso lo spietato attacco agli innocenti», ha scritto su X il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz.

Tel Aviv bolla come “oltraggiose” le sue dichiarazioni sul massacro del 7 ottobre

«Per decisione dei ministri di Esteri e Interno è vietato l’ingresso in Israele alla relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese – fa sapere il governo israeliano –. I ministri Israel Katz e Moshe Arbel hanno deciso oggi di vietare a Francesca Albanese l’ingresso nello Stato di Israele dopo la sua dichiarazione scandalosa secondo cui “le vittime del massacro del 7 ottobre non sono state uccise perché ebrei, ma in risposta all’oppressione israeliana”».

Israele: «I leader Onu ripudino pubblicamente le parole antisemite della relatrice speciale»

«Da tempo l’Autorità (israeliana) per la popolazione e l’immigrazione rifiuta il rilascio del visto per la Albanese e ora i ministri Arbel e Katz hanno deciso di vietarle ufficialmente l’ingresso nel Paese. È finito il tempo in cui gli ebrei restano in silenzio. Se le Nazioni Unite vogliono tornare a essere un organismo rilevante, i suoi leader devono ripudiare pubblicamente le parole antisemite della relatrice speciale e rimuoverla immediatamente dall’incarico – affermano i due ministri nella dichiarazione congiunta –. Impedirle di entrare in Israele servirà a ricordare la ragione reale dietro al massacro di bambini, donne e anziani commesso da Hamas».

Israele le nega l’ingresso: la replica della funzionaria Onu Albanese

Dichiarazioni forti e toni accesi, quelli della Albanese, che con la risposta alla decisione di Tel Aviv, alzano – se possibile – la temperatura dello scontro diplomatico. la relatrice speciale della Nazioni unite per i territori palestinesi occupati, infatti, ha replicato attraverso l’Adnkronos alla nota del governo israeliano, rivendicando e rilanciando quanto affermato, spiegando che «le affermazioni tra virgolette oltraggiose consistono nel fatto che ho risposto a quello che il presidente francese definiva essere stato il più grande attentato antisemita dalla seconda guerra mondiale». Un massacro, in merito al quale la Albanese sostiene di aver «condannato fin dal primo momento i crimini di Hamas nei confronti dei civili israeliani».

E tra risposte e divieti il caso monta e le polemiche divampano

Ma, al tempo stesso, sottolinea che contesta «fermamente che l’origine/causa principale dei crimini commessi contro civili israeliani sia l’antisemitismo: questa l’affermazione che Israele ritiene “oltraggiosa”», replica l’inviata Onu in sua difesa. E che poi, in successive dichiarazioni, insiste a sostenere che «è nel contesto dell’oppressione israeliana nei confronti del popolo palestinese che i crimini commessi da Hamas il 7 ottobre vanno letti e giudicati». Parole, quelle della Albanese, che riaccendono lo scontro e rilanciano le polemiche.

Terzi (Fdi): «Inaccettabile il tweet della dottoressa Albanese sul massacro del 7 ottobre»

Sul caso, allora, è intervenuto tra gli altri il senatore di Fratelli d’Italia Giulio Terzi di Sant’Agata, presidente della commissione Politiche europee. Il quale, a riguardo, prima ha asserito: «Non posso che rilevare la correttezza di quanto precisato dal ministero degli Esteri francese che ha definito “scandalose” le dichiarazioni della Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi, Francesca Albanese». Quindi ha aggiunto: «La parzialità della dottoressa Albanese è da tempo sottolineata e continua ad assumere caratteristiche sempre più gravi».

«La parzialità della dottoressa Albanese è da tempo sottolineata e continua ad assumere caratteristiche sempre più gravi»

Concludendo infine: «Quanto avvenuto il 7 ottobre è stato realmente, purtroppo, il più grande massacro antisemita del 21esimo secolo – ha affermato Giulio Terzi di Sant’Agata –. Il Presidente Macron ha compiuto un gesto importante rendendo omaggio ai 42 cittadini francesi e franco-israeliani vittime dell’attacco genocidario di Hamas. Strumentalizzare e contestare tale cerimonia in ricordo delle vittime con un tweet non solo è inaccettabile, ma anche pericoloso. Ricordo che Albanese rappresenta una istituzione – le Nazioni Unite – da sempre contro ogni forma di antisemitismo e razzismo», ha precisato in calce il senatore di FdI.

Cirielli, la Albanese oltraggiosa nei confronti di Israele: va destituita

Non solo. Sulla vicenda che coinvolge la relatrice speciale Onu sui territori palestinesi occupati si è espresso anche Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, il quale a riguardo ha sostenuto che la Albanese, «è già da tempo inaffidabile e con posizioni filo Hamas, è diventata ormai oltraggiosa nei confronti di Israele. I vertici delle Nazioni unite, in primis il Segretario generale Antonio Guterres, dovrebbero valutarne l’immediata destituzione».

«Offre una narrativa in linea con quella di Hamas»

E ancora. «La dottoressa Francesca Albanese, a lungo collaboratrice di Unwra, nelle dichiarazioni pubbliche e giornalistiche – ha aggiunto poi a stretto giro l’esponente del Governo – offre una narrativa in linea con quella di Hamas, organizzazione terroristica responsabile del genocidio dello scorso 7 ottobre. Sarebbe bastato soltanto questo per renderla inadatta ad un ruolo di così alto prestigio, che non può consentire posizioni tipiche di chi è fiancheggiatore dei terroristi. E oggi ha alzato ancora una volta il tiro, rendendosi incompatibile in maniera evidente con qualsiasi ruolo istituzionale».

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