
Tredicenne stuprata da un branco di egiziani a Catania. Il vicesindaco: è una tragedia
L’arresto dei 7 ‘mostri’, di origine egiziana tre dei quali minorenni, accusati dello stupro di gruppo ai danni di una tredicenne a Catania (la violenza risale al 30 gennaio) accende un moto di indignazione generale. E ripropone il tema della sicurezza nelle città e dell’escalation di violenze sessuali e maltrattamenti contro le donne. Al dramma della violenza di gruppo in sé si aggiungono le modalità agghiaccianti della dinamica e la giovane età della vittima.
Stupro di gruppo, il vicesindaco di Catania: fatto gravissimo
Di fatto gravissimo parla di vicesindaco Poalo La Greca. “Il fatto che sia avvenuto in una zona così centrale della città, ci lascia ancor maggiormente frustrati. Non v’è dubbio che c’è una convivenza complessa che dobbiamo pian piano abituarci ad avere. Queste tragedie purtroppo si confermano nell’idea che la donna possa essere esclusivamente considerata un oggetto dei desideri maschili, e questo atterrisce ancor più”.
Stiamo facendo il massimo sulla sicurezza
“Catania – aggiunge il vicesindaco – sta facendo uno sforzo notevole sulla sicurezza e quella della Questura è una azione molto attenta quanto più è possibile sul territorio. Bisogna continuare così senza deflettere un attimo”. Dalla Lega arriva la richiesta di condanne esemplari. “Dopo Caivano e Palermo, ancora un tragico episodio di violenza, uno stupro di gruppo consumato nei bagni della Villa Bellini di Catania, ai danni di una giovane tredicenne. Ennesimo attacco da parte di una gang, perpetrato lo scorso 30 gennaio da un gruppo di egiziani, di cui alcuni minorenni”. Così Annalisa Tardino, commissaria regionale ed europarlamentare del Carroccio.
La Lega: pene esemplari e castrazione chimica
“Chiediamo da subito condanne esemplari e rimaniamo fermi nell’idea che serve la castrazione chimica per stupratori e pedofili, carcere a vita per episodi simili, oltre a maggiore sicurezza nelle nostre città. Per gli stranieri rimpatri subito! In Egitto non si sarebbero mai permessi un comportamento simile. La sicurezza dei nostri figli deve essere una priorità, in tutta Italia”.
Violentata da 2 egiziani sotto gli occhi degli altri 5
La ragazzina sarebbe stata violentata da due degli indagati sotto gli sguardi degli altri cinque. La tredicenne era con il fidanzato, 17enne, che è stato minacciato, bloccato e tenuto lontano. Dopo il secondo abuso subito, la ragazzina è riuscita a divincolarsi e a fuggire, assieme al fidanzato che per tutto il tempo era stato immobilizzato e costretto ad assistere alla scena. I due poi sono riusciti a raggiungere la centralissima via Etnea e chiedere aiuto. La giovane vittima è stata subito trasportata con un’ambulanza al pronto Soccorso pediatrico dell’ospedale Cannizzaro, secondo le procedure del “codice rosa”, i cui sanitari hanno confermato la violenza subita. E fin dai primi momenti dopo i fatti, sono subito scattate le indagini.
Il legale di uno degli imputati rigetta l’incarico
I carabinieri di Catania sono riusciti a individuare in meno di 24 ore le tracce biologiche relative alla violenza che coincidono con quello del minore che avrebbe fisicamente violentato la 13enne. Il settimo soggetto è stato fermato dopo essere risultato irreperibile. Uno degli indagati nell’inchiesta avrebbe collaborato e fornito riscontri agli inquirenti. Ha rimesso il mandato uno dei legali delle sette persone fermate. L’avvocato Giovanni Avila ha ritenuto di non accettare l’incarico, che gli era stato affidato d’ufficio, di difensore di un minorenne tra i fermati.
La solita storia. Ringraziamo le politiche e le regolette di Davos, oms e Bruxelles…Per fortuna che noi abbiamo capito tutto da tempo….
Ma, come fa un paese a definirsi civile,quando “permette” queste efferrate azioni di mera inciviltà. Nei loro territori, non puoi nemmeno pensarla una cosa del genere e a civiltà non è che siano messi tanto con la quale?!?
Da noi si dice a essere troppo buoni si passa da coglioni
Sarebbe ora di ripagare allo stesso modo..