Verso l’8 marzo. Le “straordinarie” secondo noi. Fulvia Toscano, fervida regista della Sicilia al femminile
Fulvia Toscano è una donna inquieta, appassionata e vulcanica. Insegna da più di trent’anni italiano e latino con dedizione in un liceo scientifico di Giardini Naxos, in quella Sicilia che è il suo “orizzonte metafisico”. Sposata, una figlia, Fulvia è assessore alla Cultura di Giardini Naxos dove da 14 anni anima il festival letterario Naxos legge. La prossima edizione si chiamerà “La verità vi prego sull’amore” (20-29 settembre). A una donna normale tutto questo impegno potrebbe bastare. Ma non a Fulvia. Che ogni giorno ne pensa una per radunare artisti, poeti, scrittori e intellettuali.
Dirige infatti anche Nostos, Festival del viaggio e dei viaggiatori. E ancora anima il progetto La Sicilia della donne. Dirige una collana per la casa editrice Historica che si chiama Topografie dell’anima. E infine organizza a Villa Piccolo ogni estate il festival del fantastico Infinitamente Piccolo.
Al progetto La Sicilia delle donne, che è poi stato esteso alla Calabria, Fulvia Toscano tiene tantissimo. “Perché – ci dice – nasce dal profondo sud per storicizzare il ruolo della donna e ridare voce e consistenza a storie di donne completamente obliate”. Un progetto basato sul volontariato che coinvolge dal basso tutti i comuni siciliani nella individuazione di percorsi di viaggio diversi, nella narrazione dell’altra metà della storia, dell’identità plurale dell’Isola, cancellando l’assenza, colmando le lacune di un ingiusto “vuoto di memoria”, tentando il recupero non solo di nomi, ma di personalità versatili. Personalità che hanno lasciato traccia nella storia culturale e che ora trovano una voce che le racconti. La voce è quella del festival del genio femminile della Sicilia e della Calabria.
“Tra i personaggi di cui mi sono innamorata – racconta ancora Fulvia – c’è sicuramente Tina Menichelli, grande attrice del cinema muto amata da Pirandello. E poi c’è Helle Busacca, la poetessa di San Pietro Patti praticamente dimenticata di cui rimangono tante opere inedite. E ancora Maria Accascina, grande studiosa di arte siciliana a cui si deve la risistemazione del Museo di Messina che finalmente sarà a lei intitolato”. Scrive anche poesie ma – osserva – “ho troppo rispetto per la poesia per pubblicarle”. Peccato.
Fulvia viaggia moltissimo ma le sue radici sono in Sicilia. E lei da lì non si sposterebbe mai. “La Sicilia per me è il sorriso degli dèi e anche un catasto magico, espressione che Maria Corti usò per l’Etna ma che io estenderei a tutta la Sicilia”. “Le mie radici – aggiunge – sono nell’antica Grecia. Naxos è prima colonia greca. Te lo spiego con una frase di Yourcenar: bisogna pensare da greci e governare da romani. Essere siciliana non scalfisce l’alto senso della mia italianità. Le due cose non sono in collisione”.
Tutto questo fervore di iniziative culturali non toglie nulla all’entusiasmo con cui si impegna nell’insegnamento. “La scuola è il mio tempo libero, scholé, otium. Nel senso che è un tempo liberato da tutto il resto. Ai miei studenti dico ‘ma quando mai vi ricapiterà nella vita di stare a parlare cinque ore di Platone e di Dante?’ “.
Di egemonia culturale non vuole sentire parlare. “E’ un dibattito sterile. La cultura è dialogo e se quell’altro non vuole dialogare è un problema suo. Se sei operativo ti affermi da solo. Questa ripartizione radicale tra destra e sinistra non mi convince, è superata. Mi piace l’idea invece di difendere il perimetro di un modo di stare al mondo, di uno stile di pensiero e di vita, di una dimensione che appartiene a una parte del mondo per il quale l’etichetta di destra non è sufficiente”. Autori preferiti? Ernst Jünger e Cristina Campo. “Campo immensa e Jünger anche lui immenso col suo Trattato del ribelle. Indispensabile bussola esistenziale”. In attesa di organizzare il prossimo festival…