Abruzzo, autogol di Schlein: va a fare passerella nell’ospedale che la sinistra voleva chiudere
Ci ha provato Elly Schlein e le andata male. Anzi, malissimo. Perché il tentativo di fare campagna elettorale dentro un ospedale dell’Abruzzo, nello specifico quello di Popoli, si è trasformato in un doppio autogol. Il primo, quello che ha fatto emergere il cinismo nella scelta di fare propaganda all’interno di una struttura sanitaria. Il secondo, quello che ha fatto ricordare a tutti che la sinistra quell’ospedale lo voleva smantellare.
Il tentativo di Elly Schlein di fare campagna elettorale nell’ospedale di Popoli
Schlein, prima di un comizio a Pescara, si è presentata all’ospedale di Popoli, scelto come teatro per un discorsetto sui presunti guai della sanità in Abruzzo. Un’iniziativa evidentemente discutibile, rispetto alla quale il direttore della Asl l’ha invitata “a soprassedere”, spiegando in una lettera motivata quello che appare intuitivo. “La visita è inopportuna al momento, contrasta con le ragioni di tutela di salute e di ordine igienico nonché con la necessaria riservatezza e serenità dei pazienti, impegnati in percorsi terapeutici complessi e densi di sofferenza”, ha scritto Alterio Fortunato, mettendo nero su bianco anche la richiesta di desistere.
Lo stop della Asl e l’autolesionismo del Pd
Ora, il passo indietro sarebbe potuto avvenire senza ulteriori strascichi, anche per una forma di autotutela. Invece, il Pd ha ritenuto di rilanciare accusando la giunta “di non voler far conoscere i disastri della sanità”. “Chiaramente la disposizione viene dall’alto. Marsilio nega l’accesso”, è stata ancora la tesi dem. Schlein poi ha improvvisato un comizietto fuori dalla struttura: “Siamo qui davanti a un luogo di cura e di sofferenza e vogliamo dire che ci batteremo contro i tagli alla sanità e contro la privatizzazione strisciante di questo governo”. Ed eccolo l’assist per il secondo autogol. “Capisco che una leader nazionale non possa conoscere nel dettaglio le vicissitudini locali, ma credo che il Pd abbia commesso un enorme autogol nel portare la segretaria Elly Schlein a Popoli per parlare di sanità, proprio nella città dove il loro partito aveva chiuso l’ospedale”, ha commentato l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì.
L’ospedale di Popoli smantellato dalla sinistra e salvato dalla giunta Marsilio
A entrare più nel merito della vicenda è oggi Pietro Senaldi su Libero, in un articolo dal titolo “Elly fa campagna elettorale sui malati”. “Nel documento votato dal Pd nel 2016 il presidio sanitario era stato smantellato: niente pronto soccorso, tantomeno radiologia e chirurgia, altro che carenza di personale. È stato il centrodestra, una volta andato al governo in Regione, ad aver salvato la struttura, tornando a classificarla come sede di pronto soccorso, premessa essenziale per assumere personale e dislocare servizi”, scrive Senaldi, ricordando anche che “nei suoi cinque anni di amministrazione infatti il governatore Marsilio ha fatto 6.500 assunzioni nel settore e stanziato 76 milioni per recuperare i ritardi delle liste d’attesa dovuti ai due anni di fermo-Covid praticamente decisi dall’allora ministro della Salute, Roberto Speranza (Pd), riuscendo a recuperare il 97% degli appuntamenti saltati. È stata anche avviata la costruzione di tre nuovi ospedali (Avezzano, Lanciano e Vasto – per un totale di 338 milioni), nonché della nuova centrale operativa del 118 a L’Aquila e sono stati stanziati 120 milioni per il nosocomio di Teramo e 60 per quello di Chieti”.