Abruzzo: la faccia tosta di “Repubblica” che vede buone notizie per la sinistra, come dice Scurati…
“Il mondo va a destra, il mondo si è incattivito, il mondo è invecchiato. Ce lo ripetiamo spesso, ultimamente, nelle nostre serate tristi. Ed è vero, è indubbiamente vero. È vero fintanto che continuiamo a ripetercelo atteggiando le labbra a una smorfia malinconica. È particolarmente vero per l’Italia, un grande Paese economicamente in decrescita da decenni, industrialmente in disarmo, culturalmente in declino, moralmente e psicologicamente depresso (gli italiani di buona volontà lo riconoscono, i rinunciatari lo negano accusando gli altri di calunnia anti-patriottica)….”, scriveva ieri lo scrittore “partigiano” Antonio Scurati su “Repubblica“, coltivando la speranza, rivelatasi vana. Oggi lo stesso giornale dedica alla sconfitta del “campo largo” ma con un editoriale dai toni un po’ paradossali. Piuttosto che prendere atto che in Abruzzo ha fallito non il “campo largo”, ma il “campo larghissimo”, il quotidiano romano vede segnali di speranza per il centrosinistra per il fatto che l’accrocchio si sia presentato insieme.
Abruzzo, per “Repubblica” la sinistra ha conseguito un risultato per il futuro
“Se la vittoria di Marco Marsilio appare netta, al centrosinistra sarà comunque utile tenere a mente la lezione che viene dall’Abruzzo. Fino un mese fa la contea da cui i Fratelli d’Italia erano partiti per la loro conquista della Terra di mezzo, era data per persa senza appello. La regione, governata da un fedelissimo della premier, non era ritenuta contendibile… È importante partire da questa premessa per comprendere l’importanza del voto di ieri, che ha dimezzato la distanza tra le due coalizioni nonostante la bassa affluenza. Perché, pur incassando una sconfitta, il campo progressista ha comunque conseguito un risultato per il futuro…”. Bè, un futuro c’è per tutti, ci mancherebbe che non ci fosse futuro, in fin dei conti basta presentare le liste per avere un futuro…
I numeri impietosi non allarmano “Repubblica“, che fa esibizione di ottimismo. “Dopo il colpaccio della Sardegna, il protagonismo politico di Luciano D’Amico restituisce infatti coraggio a quanti si oppongono al governo sovranista. Come scriveva su queste colonne ieri Antonio Scurati, è un segnale di ‘speranza’, parola importante e seminale per chi si definisce progressista…”. Speranza, certo. Forse Roberto, quello che sta facendo sgretolare il “campo largo” anche in Basilicata… lla marginalità