Aggredito a martellate il braccio destro di Navalny, Volkov: “Volevano fare di me una cotoletta”

13 Mar 2024 12:27 - di Angelica Orlandi
Voklov martellate

‘Continueremo a lavorare e non ci arrenderemo”. Così, in un video postato su Telegram, il braccio destro del defunto dissidente russo Alexei Navalny, Leonid Volkov, ha voluto rispondere a chi, nelle scorse ore, lo ha aggredito a martellate sotto casa. L’aggressione subita, ha affermato, è il “caratteristico saluto da bandito” da parte degli scagnozzi del presidente russo Vladimir Putin. Dimesso dall’ospedale dove era stato ricoverato, l’attivista ha ricostruito l’episodio che getta ancor più luce sinistra sul clima che si respira alle latitudini di Putin:

Preso a martellate il braccio destro di Navalny: “Volevano fare di me una cotoletta”

Un ”uomo mi ha aggredito nel cortile, colpendomi sulla gamba circa 15 volte. La gamba in qualche modo è a posto. Fa male camminare. Comunque mi sono rotto il braccio”. Volkov nel post su Telegram ha aggiunto: “Volevano letteralmente fare di me una cotoletta”. Ex capo dello staff di Navalny e fino allo scorso anno presidente della sua Fondazione anticorruzione, Volkov è una delle figure più importanti dell’opposizione russa. Il giorno prima dell’aggressione, Volkov aveva scritto sui social media: ”Putin ha ucciso Navalny. E ancora prima molti altri”. Qualche ora prima dell’attacco Volkov aveva anche detto al quotidiano indipendente russo Meduza di essere preoccupato per la sua sicurezza dopo la morte di Navalny. ”Il rischio principale ora è che verremo tutti uccisi. Perché, è una cosa abbastanza ovvia”.

“Ha sfondato il finestrino e ha iniziato a colpirlo”

Volkov, in passato responsabile degli uffici regionali e delle campagne elettorali di Navalny (che si è candidato a sindaco di Mosca nel 2013 e ha cercato di sfidare Putin alle elezioni presidenziali del 2018), ha lasciato la Russia diversi anni fa su pressione delle autorità. L’anno scorso, Volkov e il suo team hanno lanciato un progetto chiamato “Navalny’s Campaigning Machine”, con l’obiettivo di parlare con quanti più russi possibile, per telefono o online, e metterli contro Vladimir Putin in vista delle elezioni presidenziali dei prossimi 15-17 marzo. Volkov è stato presidente della Fondazione anticorruzione di Navalny fino al 2023. La dinamica del gravissimo episodio è ancora tutta da accertare, ma secondo quanto ha raccontato la portavoce di Volkov l’assalitore “ha sfondato il finestrino dell’auto, gli ha spruzzato liquido urticante negli occhi e poi ha iniziato a colpirlo a martellate”. Chi siano i responsabili di quest’ultima violenza nei confronti di un membro dell’organizzazione di Navalny non è possibile saperlo, almeno al momento. Ciò che fa preoccupare gli oppositori di Putin è però il fatto che Volkov non sia stato aggredito all’interno di un Paese membro della Nato.

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