Alla fondazione An si parla di destra, fascismo e accuse strumentali della sinistra. Con Capezzone, Bocchino, Giordano e Terranova
Daniele Capezzone definisce il suo libro, “E basta con ‘sto fascismo” (edizioni Piemme) uno “sfrontato discorso di libertà”. E ieri sera, nella sala convegni della Fondazione An a Roma, presentando la sua ultima fatica editoriale ha ribadito il concetto: occorre liberare la sinistra dal modo di interpretare la realtà. Questo modo va denunciato con forza e senza complessi di inferiorità. E’ un modo – e qui veniamo al titolo del libro – che si basa sull’accusa di fascismo estensibile a tutto ciò che alla sinistra non piace. In questo modo l’opposizione si riduce a un “generatore automatico di anatemi”.
La sinistra la smetterà mai di opporsi alla storicizzazione del fascismo? E’ partito da questa domanda di Annalisa Terranova, che moderava la discussione, il dibattito sul libro di Capezzone, introdotto da Antonio Giordano, vicepresidente della Fondazione An. Per Italo Bocchino la sinistra non la finirà mai perché avendo perso la sua ragione di esistere, cioè la difesa dei ceti popolari e più deboli, non ha che due risorse: l’antifascismo di maniera e il politicamente corretto.
Come si può dialogare con una sinistra di questo tipo? I primi a non voler dialogare – ha chiarito Capezzone – sono proprio loro. Perché se vincono loro è sempre l’alba di una nuova democrazia mentre se perdono c’è sempre l’apocalisse alle porte e dunque non riconoscono la vittoria democratica dell’avversario. Questo può generare un clima alla lunga pericoloso.
Il libro di Capezzone fa comprendere come, dall’avvento del governo Meloni in poi, l’opposizione abbia soffiato sempre sul fuoco dell’emergenza democratica quando in realtà poi a mettere in pericolo le istituzioni erano proprio quelli che la sinistra difendeva. Il caso Cospito è da questo punto di vista esemplare. Quanto alle prospettive, la vera contrapposizione non sarà certo tra fascismo e antifascismo ma tra i nuovi intolleranti che difendono il pensiero unico e i combattenti per la libertà e per il free speech.
Nel rispondere all’assalto mediatico quotidiano della sinistra la destra – hanno sottolineato Capezzone e Bocchino – non deve farsi intimidire e deve liberarsi di un antico complesso di inferiorità. Non fare passi indietro dunque, non giustificarsi, non cedere alla tentazione di rivedere le proprie posizioni. Andare avanti con decisione, in definitiva, ignorando le polemiche strumentali.