Amaro lucano per il campo largo, il pugliese Lacerenza ammette: “Mi hanno catapultato”
Amaro lucano per Schlein, Conte e il resto del campo largo: Domenico Lacerenza, candidato in Basilicata, non è partito nel migliore dei modi. Così pare a leggere le sue ultime dichiarazioni nelle quali ammette candidamente di essere stato “paracadutato” nella competizione elettorale. O, meglio, “catapultato”. Un sinonimo che non cambia la sostanza della situazione.
Lacerenza che ha 66 anni, è originario di Barletta, in Puglia. Fa la spola tra una regione e l’altra, da quando lavora nella sanità lucana. Specializzato in oftalmolgia, è un professionista stimato, ma il paradosso è evidente: sarebbe come candidare Totti sindaco di Napoli.
Non a caso le dichiarazioni sono tutt’altro che entusiaste. Schlein, Conte, Fratoianni e quelli di +Europa tutto potevano immaginare, tranne quello di ritorvarsi il fresco candidato già riluttante: «Io sono stato coinvolto appena ieri pomeriggio, prendo atto della fiducia che mi è stata riconosciuta. Sono stato catapultato in questa impresa, che può incuriosire, mi rendo conto, ma mi servono 24 ore per orientarmi». Lacerenza con l’Agenzia LaPresse usa queste parole per certi versi spiazzanti.
Il professore, con un candore degno di Alice nel Paese delle Meraviglie, ha infatti manifestato il suo stupefatto approccio all’agone politico. Il catapultato Lacerenza, si è trovato appunto come la protagonista della fiaba di Lewis Carroll, di punto in bianco sbattuto su un manifesto elettorale, senza neanche riuscire a raccapezzarsi. Non a caso, alla domanda se riuscirà nell’impresa di convincere gli elettori lucani, Lacerenza sciorina un po’ di slogan in libertà, poco convinti. Ma soprattutto poco convincenti. «I cittadini devono, possono condurre in porto questa impresa. Loro devono fare il loro interesse», dice in modo un po’ vago.
Per poi buttarla su un po’ di demagogia spicciola, che piacerà ai grillini.«Io da cittadino e da operatore sanitario non sono contento dell’operato di questa giunta e credo che i più non lo siano». E sugli auguri arrivati dal governatore uscente del centrodestra, Vito Bardi, che però parla di sinistra, la butta anche sulla sveglia mattutina. «Lo apprendo adesso. Non so se lui ha lavorato oggi, io ho timbrato alle 6.15 e sono appena uscito dalla sala operatoria», dice con cipiglio bellicoso il candidato, chirurgo oculista, ma «quello che so è che mi vorrò confrontare e vorrei essere valutato sul programma che la coalizione costruirà». Ancora nessuno gli ha detto che Pd, M5s e Avs non hanno mai avuto uno straccio di programma in comune.