Bufera sulla foto di Shani Louk sulla Jeep, massacrata dai macellai di Hamas: l’autore ci ha vinto un premio
La foto che immortala Shani Louk e raffigura il momento terribile in cui il corpo martoriato della 22enne israeliana viene esposto su una Jeep dai miliziani di Hamas agli sputi lanciati dalla folla al grido di “Allah è grande” come fosse un trofeo di guerra. Quelle terrificanti immagini del 7 ottobre, divenute il simbolo dell’orrore e della ferocia dei miliziani palestinesi, agìta contro civili inermi. Rastrellati casa per casa. Nelle strade. E persino a un concerto in mezzo al deserto – dove la ragazza è stata prelevata – e subito dopo torturata e uccisa; quelle tragiche sequenze con la giovane inerme e seminuda, con le gambe spezzate, il viso sfigurato e rigato dal sangue, racchiuse in uno scatto, tornano a suscitare orrore. Sdegno. Dolore e morte. Ancor di più oggi che proprio quell’istantanea, firmata dal fotografo palestinese Ali Mahmoud, sta suscitando polemiche in Israele per il premio vinto in un concorso fotografico dal suo autore.
Shani Louk, la foto del suo massacro vince un concorso fotografico
Solo il padre di Shani Louk, intervenuto in queste ore, ha avuto parole che hanno in qualche modo mediato il polverone che si è sollevato alla notizia del concorso fotografico e della vittoria dello scatto che ritrae il corpo esanime della figlia vittima della barbarie. «È una delle immagini più importati degli ultimi 50 anni», ha detto il padre della ragazza in difesa dello scatto. Ma non basta a placare sdegno e sgomento… Così come non basta, forse, incastonare l’agone e la vittoria nel contesto di un’iniziativa sociale, prima ancora che professionale, che la giustificherebbe. Come spiega nel dettaglio il sito del Tgcom24, allora, «il premio Pictures of the Year, gestito dal Donald W. Reynolds Journalism Institute presso la Missouri School of Journalism, include una categoria: “Team Picture Story of the Year” che riconosce “lo sforzo collaborativo di uno staff di fotografi che copre un singolo argomento o notizia”. Il primo posto è stato assegnato a una selezione di 20 foto della guerra Israele-Hamas scattate dai fotografi dell’Associated Press (AP)».
È polemica in Israele, anche se il padre della vittima difende l’iniziativa
E allora, la prima foto della selezione è proprio quella stata scattata da Ali Mahmoud, la cui didascalia recita: «I militanti palestinesi tornano nella Striscia di Gaza con il corpo di Shani Louk, una cittadina tedesco-israeliana, durante il loro attacco transfrontaliero contro Israele. Sabato 7 ottobre 2023». Non solo. Come riferisce sempre il Tgcom24, «la raccolta, che include foto di AP che ritraggono sia israeliani che palestinesi nei giorni successivi al 7 ottobre, è stata pubblicata su Instagram». Cosa che non ha potuto far altro che attirare ulteriori critiche e commenti polemici. Con gli utenti che non hanno mancato di sottolineare quanto macabro e irrispettoso possa essere – specie nei confronti della famiglia della vittima – non solo scattare una foto come quella. Ma addirittura vincerci un premio… Non solo. Come dicevamo in apertura, poco contribuisce ad abbassare la temperatura delle recriminazioni l’intervento del papà di Shani Louk in difesa dello scatto.
La foto di Shani Louk, simbolo dell’orrore e della ferocia di Hamas
L’uomo, infatti, al sito di informazione Ynet ha dichiarato che è «positivo che la foto abbia vinto il premio. È una delle testimonianze più importanti degli ultimi 50 anni». E ancora: Questa documentazione di Shani e di Noa Argamani sulla motocicletta, simboleggiano quest’epoca. Penso che sia una buona cosa usarla per informare sul futuro. Se comincio a piangere, cosa ne verrà fuori? Questa è storia. Tra 100 anni guarderanno e sapranno cosa è successo qui. Viaggio per il mondo e tutti sanno chi è Shani»… Ciò non toglie che ricordarne visivamente l’orrore subìto suona un po’ come tornare a esporre quella sofferenza, una volta di più.