“CCCP”: sempre incendiari e menefreghisti
E Lindo Ferretti torna a sconvolgere i piani
I CCCP sono tornati a far casino. Dopo trent’anni dalla loro nascita, il gruppo punk emiliano ha scelto di riunirsi e lanciare una tournée in Italia. Un secondo inizio che è partito da Berlino, precisamente dal circolo KulturAstra della zona Est. Si sono riuniti, Giovanni Lindo Ferretti frontman della band, Massimo Zamboni, Fatur e Annarella, per ritornare a incendiare i palchi. “CCCP in DDDR” è stato il nome dell’evento. DDDR sta per Deutsche Demokratische Dismantled Republik: e allora suonano le chitarre elettriche sulle macerie della Repubblica Democratica tedesca, smantellata. In questa atmosfera è andata in scena la reunion del gruppo. Tre repliche, tutte sold out, affollate da fan italiani giunti fino in Germania per ascoltare di nuovo le note di Emilia Paranoica e Punk Islam.
La scelta di invitare Andrea Scanzi sul palco ha attirato aspre critiche. Una provocazione bella e buona che ha scatenato l’ira del pubblico presente al concerto di Berlino. Che cosa c’entra Scanzi sul palco dei CCCP? “Non lo vogliamo” e allora via con insulti e lanci di oggetti che hanno scaldato l’atmosfera. Scanzi, arrabbiatissimo accusa il colpo sul palco. Ferretti al suo fianco, è in un brodo di giuggiole e si gode il pazzo momento danzando sotto i fischi indemoniati dei fan. Nella replica del giorno seguente, la scena si ripete e Ferretti, prima del discorso di Scanzi, gli dona un elmetto militare, così da essere pronto alla nuova onda di dissenso lanciato da sotto il palco.
È risaputo, l’essenza del punk è quella di sconvolgere gli schemi e anche stavolta Ferretti ci è riuscito. L’operazione è andata a segno. Fioccano gli articoli di giornale e la reunion di un gruppo punk anni ’80-’90 che si incontra dopo tanto tempo in quel di Berlino, diventa una notizia che riempie i blog di musica e i quotidiani nazionali. Qualcuno ci è rimasto male per la presenza di Scanzi? Poco importa, d’altronde “Non sono come tu mi vuoi” è una delle più celebri frasi del repertorio dei CCCP.
A rimanerci male furono in molti anche quando Ferretti scelse di partecipare ad Atreju, la kermesse culturale della destra italiana. Si registrarono urla isteriche (anche se solo virtuali) dei vecchi e ortodossi compagni, custodi della linea che non può essere tradita. A Ferretti, non importò nulla e anzi, all’epoca, espresse la sua sincera simpatia umana e politica per Giorgia Meloni, partecipando anche all’edizione di Atreju dell’anno successivo.
L’eco della strappo del “compagno” Ferretti risuona ancora oggi, ma lui se ne frega e procede cantando conforme a chi, conforme a cosa? Conforme a quale strana posa? E allora cantiamo anche noi insieme a lui, che saremo sotto i palchi d’Italia ricordando che in fondo, la libertà è una forma di disciplina.