Croce cancellata e niente tricolore: la Francia censura la sua identità dai manifesti per le Olimpiadi

7 Mar 2024 9:55 - di Viola Longo
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Via la croce, via la bandiera francese. Ha destato sconcerto e polemiche in Francia – e non solo – la presentazione del manifesto ufficiale delle Olimpiadi di Parigi che si terranno quest’estate. In un disegno che tiene insieme un po’ tutti i luoghi simbolo della città, infatti, mancano quei due tasselli fondamentali per la storia e l’identità della nazione. Un fatto che difficilmente può apparire come una semplice dimenticanza, tanto più che la croce è stata letteralmente cancellata: sulla vera cupola degli Invalides c’è, su quella riprodotta dall’artista Ugo Gattoni, che firma il manifesto, no. Al suo posto c’è una guglia.

Niente croce e bandiera sul manifesto per le Olimpiadi: polemiche in Francia

“Perché è stata cancellata la croce in cima alla cupola degli Invalides sul manifesto ufficiale dei Giochi Olimpici? Perché nessuna bandiera francese? Che senso ha organizzare i Giochi Olimpici in Francia se poi si vuole nascondere ciò che siamo?”, ha chiesto su X Marion Maréchal di Reconquete, il partito di Eric Zemmour per il quale è capolista alle europee. Per Eric Ciotti, presidente dei Républicains, la scelta di cancellare la croce degli Invalides “nega l’identità stessa di questo edificio e la storia francese”. E, ancora, il presidente del Rassemblement National di Marine Le Pen, Jordan Bardella, ha denunciato che “il macronismo è la grande cancellazione della nostra identità”.

La giustificazione dell’illustratore Gattoni

Gattoni si è giustificato sostenendo che lui non disegna edifici e oggetti come sono nella realtà, ma come “appaiono nella sua mente”, aggiungendo che vuole trasportare chi li guarda “in un mondo surreale e festoso”. Sarà, ma l’idea che passa è, invece, quella di un mondo infinitamente più povero, dal quale viene cancellato ciò che definisce l’identità e, dunque, la ricchezza di un popolo. Si tratta di un tema che ci riguarda tutti, e del quale il caso della croce degli Invalides non è che l’ennesimo clamoroso esempio. Non a caso, la vicenda francese suscita dibattito anche da noi.

Il dibattito in Italia: una cancel culture contro la propria storia

“Si tratta a tutti gli effetti di una forma di cancel culture in nome di un laicismo spinto che porta, nel paese di Georges Bernanos e Jacques Maritain, a cancellare la propria storia”, scrive Francesco Giubilei sul Giornale di oggi, ricordando che la cancellazione della croce arriva in una Francia che ha appena inserito in Costituzione il diritto all’aborto. Lo stesso collegamento lo fa anche Matteo Matzuzzi sul Foglio, scrivendo che sono “tempi duri per i cattolici nell’ex ‘figlia prediletta della Chiesa’: in poco più di ventiquattro ore hanno sentito la standing ovation parlamentare alla costituzionalizzazione del diritto d’aborto” e poi “dal manifesto delle attese Olimpiadi, via la croce. Non sia mai che qualcuno possa sentirsi disturbato”.

La questione viene affrontata anche da Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera, in un articolo dal titolo “l’errore di abolire la croce”. “Un conto è imporla; un altro è proporla; un altro ancora è cancellarla. Quasi tutti i Paesi musulmani hanno la mezzaluna nella bandiera; e nessuno chiede loro di rimuoverla”, scrive tra l’altro Cazzullo, ricordando che “il cristianesimo non è aut-aut, ma et-et; è nell’aggiungere, non nell’elidere. Umanesimo e cristianesimo sono stati a volte in contrasto, a volte legati. Abbiamo impiegato secoli per conciliare fede e ragione, spiritualità e diritti umani. Non gettiamo via tutto. Ai Giochi di Parigi – ha concluso – ci saranno croci, ci saranno mezzelune; ed è importante che ci sia anche la stella di David”.

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