Crosetto a tutto campo: Houthi, Gaza e Kiev. E su Vannacci: sa che deve sottostare alle regole militari
Crosetto a tutto campo in un’intervista al corriere della sera chiarisce e argomenta sui temi al vertice dell’agenda politica internazionale (e non solo). E allora, Mar Rosso, tensione in Medio oriente, Kiev, fino al caso Vannacci che anima il dibattito interno, il ministro della Difesa risponde alle domande, chiarisce la posizione istituzionale in merito e commenta ruolo e posizione dell’Italia in questo momento di tensioni che agitano e rimodulano lo scacchiere bellico, sociale ed economico. A partire da quanto accaduto ieri sera, quando la Nave Duilio ha abbattuto un drone nel Mar Rosso.
Crosetto a tutto campo: l’intervista al “Corriere della sera”
E precisa: «Gli attacchi terroristici degli Houthi sono una grave violazione del diritto internazionale e un attentato alla sicurezza dei traffici marittimi da cui dipende la nostra economia. Sono parte di una guerra ibrida, che usa ogni possibilità, non solo militare, per danneggiare alcuni Paesi e agevolarne altri». Il ministro della Difesa Guido Crosetto in un’intervista al Corriere della Sera sottolinea con nettezza che in questa situazione «è tempo di cambiare la nostra idea di difesa, dalle fondamenta». L’Italia è a capo della missione contro gli Houthi in Mar Rosso. «Non siamo lì per fare azioni di guerra, non possiamo per legge e Costituzione, ma difenderemo le nostre navi. Da cittadino sarei turbato se non ci fosse unanimità su una missione che difende i traffici marittimi nel Mediterraneo, che per noi sono vitali», sottolinea.
Dagli attacchi Houthi nel Mar Rosso alla tensione in Medio Oriente
Poi, allargando il discorso, sulla tensione in Medio Oriente il ministro evidenzia come «dal primo giorno abbiamo avuto sempre una posizione coerente: siamo stati i primi a portare aiuti umanitari e una posizione chiara sul futuro (due popoli e due Stati). Il massacro dei civili deve finire, lo ha detto Meloni a Netanyahu e io al mio omologo Gallant. Hamas va sradicata – afferma Crosetto – ma il popolo palestinese va protetto», aggiunge anche risolutamente. Purtroppo però – spiega il ministro – non siamo solo noi a decidere. Io mi scandalizzo per i morti civili delle bombe israeliane, come per quelli causati dalle bombe di Putin. Altri invece fanno finta di non vedere le armi e i bombardamenti dei russi».
Crosetto: focus su Kiev
E ancora. Spostando i riflettori su Kiev, il titolare del dicastero della Difesa si sofferma sugli aiuti a Zelensky e spiega: «Il presidente Meloni ha dato seguito ad una decisione presa dal G7 dopo il vertice Nato di Vilnius: mantenere il sostegno all’Ucraina. Un accordo di principio, senza dettagli – prosegue – perché, a differenza di altri Paesi che li hanno già stabiliti, noi dovremo passare attraverso meccanismi di finanziamento, innanzitutto parlamentari». Ma, rimarca anche a stretto giro Crosetto, «aiutare l’Ucraina a difendersi è uno dei modi per evitare l’allargamento della guerra. Se Kiev fosse caduta, la Russia sarebbe arrivata in Europa e ci sarebbe stata una reazione. Come giustamente ieri ha detto il Pentagono. Poi è chiaro che si deve lavorare per un tavolo di pace. Ma senza mettere in discussione il principio che, ovunque, i confini sono sacri e il diritto internazionale va difeso. Vanno ripristinati paletti di convivenza civile e democratica».
Su ruolo e potenziale delle forze armate
Ma l’Italia è solo un pezzetto di Nato o ha una sua autonomia? Chiede il giornalista al ministro. «Dovrebbe averla – replica Crosetto – anche perché in America cresce la voglia, lo dice Trump, di disimpegnarsi dall’aiuto a chi non si è mosso per costruire una difesa nazionale adeguata. Chiariamo: l’Italia (come la maggior parte delle nazioni) non può farcela a difendersi da sola – continua il titolare della Difesa –. Ci dicono da anni che per godere di una difesa collettiva dovremmo almeno contribuire con il 2% del nostro Pil, ma anche su questo siamo inadempienti. Però purtroppo il mondo è cambiato repentinamente. Abbiamo pensato che l’investimento in Difesa non fosse necessario. Che le forze armate servissero solo per salvataggi, una sorta di protezione civile 4.0. Tanto c’era l’America».
«Difesa europea? Serve ora»
E allora, quale strada andrebbe imboccata? «Intanto bisogna coordinarsi con gli alleati, partendo dall’Europa: bisogna organizzare forze comuni, addestramento comune, far dialogare sistemi di difesa diversi per integrarli. Purtroppo siamo tra gli ultimi a capire la necessità di avere una Difesa solida». E a proposito di “difesa” in senso lato, nell’intervista del Corriere non manca il riferimento al caso Vannacci. Un punto sul quale Crosetto puntualizza: «Vannacci cittadino è libero di esprimere ogni idea ed opinione, ed è innocente dalle accuse finché non sarà giudicato in via definitiva. Vannacci militare però deve sottostare alle regole che hanno i militari in ogni nazione del mondo e che sono diverse da quelle dei civili come noi».
Crosetto sul caso Vannacci: «Sa che deve sottostare alle regole che hanno i militari»
Poi aggiunge: «L’inchiesta dell’esercito sul suo comportamento (non sulle sue idee) in quanto alto ufficiale inizia ad agosto, e ha avuto i suoi tempi. Ciò detto la comunicazione delle conclusioni, la sospensione, che peraltro non era la decisione più dura che poteva essere presa, è stato il suo avvocato, e nessun altro, a renderla nota. Avrà valutato che poteva essere utile». Quindi, Crosetto conclude: «Cosa totalmente diversa è l’inchiesta amministrativa sul suo periodo di permanenza in Russia, nata in tempi non sospetti e denunciata dal suo successore nell’incarico. Vannacci non è persona qualunque, lo ripeto, è un militare. E valgono per lui le regole che valgono per tutti i militari, perché chi è militare ha accettato di avere una gerarchia, di dovere rispetto e obbedienza ai suoi superiori e a una scala gerarchica precisa. Il rispetto delle regole è ciò che preserva l’organizzazione militare. Nessun civile lo sa ma lui, Vannacci, lo sa perfettamente».