
Dai Talebani l’editto mortale con monito all’Occidente: lapideremo le adultere in pubblico
È solo l’inizio, e annuncia l’orrore che seguirà: in Afghanistan i Talebani hanno reso ufficialmente noto che inizieranno a lapidare a morte in pubblico le donne accusate di adulterio, reintroducendo contestualmente anche la fustigazione pubblica. La nuova stretta segue il nuovo corso di dura applicazione della Sharia proclamato con un editto e dichiarazioni in aperta negazione non solo dei diritti umani universalmente riconosciuti, ma anche in nome e per conto di una presunta politica di protezione dalle influenze “occidentali”.
L’ultimo editto dei Talebani: lapideremo e fustigheremo le adultere in pubblico
Dunque, il proclama firmato e ufficializzato dal leader supremo Hibatullah Akhundzada dai microfoni di Radio Television Afghanistan, parla chiaro e si rivolge contemporaneamente alle donne afghane e all’eterno “nemico occidentale” con un monito inquietante: «Potreste definirla una violazione dei diritti delle donne quando le lapidiamo o le fustighiamo pubblicamente per aver commesso adulterio perché sono in conflitto con i vostri principi democratici. Ma io rappresento Allah, e voi rappresentate Satana».
L’annuncio del leader supremo dei Talebani e il monito all’Occidente
Un monito durissimo, quello lanciato dal leader talebano Hibatullah Akhundzada rivolgendosi ai funzionari occidentali in un messaggio vocale trasmesso dalla Tv di Stato. Un annuncio che, dopo aver rinnegato per le donne il diritto all’istruzione, e il divieto di circolare sole, ripristinando l’obbligo di viaggiare solo se accompagnate da un parente uomo e completamente coperte dal burqa, ora i talebani tornano ad alzare il tiro: e annunciano un’ulteriore stretta sui diritti di migliaia di donne e bambine che negli ultimi tre anni hanno visto le proprie libertà azzerate e le loro ambizioni cancellate con un colpo di spugna in nome di una rivoluzione che predica un volto nuovo, ma torna a ere geologiche che, comunque la si voglia giudicare politicamente e moralmente, l’occupazione americana aveva superato.
Il ritorno alla sharia che azzera l’ultimo spiraglio di luce per le donne afghane
Dunque, la realtà delle donne in Afghanistan continua a involvere e peggiorare. Il proclama sulla lapidazione fatto dal leader supremo Akhundzada, che esercita il proprio potere attraverso editti basati sulla sua interpretazione ortodossa dell’Islam, non lascia loro scampo. Nel messaggio il mullah, emana la sentenza a chiare lettere: «Presto attueremo la punizione per l’adulterio», ha annunciato. Fustigheremo le donne in pubblico. Le lapideremo in pubblico. Sono tutte cose che vanno contro la vostra democrazia, ma continueremo a farlo», ha proseguito. Sprezzante delle conseguenze che potrebbero portare il Paese a inimicarsi importati relazioni economiche con l’estero. E con buona pace delle relazioni internazionali di cui hanno bisogno, ma rispetto a cui ostentano indifferenza, in spregio di una crisi umanitaria che il loro ritorno in campo ha scatenato.
Talebani, il novo corso che segna il ritorno al paleozoico…
I talebani, come noto, hanno ripreso il potere nell’agosto del 2021, in seguito al crollo del governo sostenuto a livello internazionale e al ritiro di tutte le truppe occidentali guidate dagli Stati Uniti dopo quasi 20 anni di coinvolgimento nella guerra afghana. Da allora il regime ha imposto la linea dura: bloccando l’istruzione femminile oltre le scuole elementari. E reintroducendo progressive restrizioni e divieti sulla partecipazione delle donne alla vita pubblica. Nei luoghi di lavoro (pubblici e privati). Negando loro l’impegno umanitario all’Onu come in altre organizzazioni. Ma quello era solo l’inizio. E con il nuovo editto oggi il mullah lo ha ribadito chiaramente.