“Diagnosi errata sul tumore”: 4 medici indagati per la morte di Andrea Purgatori. C’è anche il cardiologo
Ci sono importanti novità sul fronte dell’inchiesta sulla morte del giornalista Andrea Purgatori. Sale a quattro il numero dei medici indagati per la morte del giornalista Andrea Purgatori avvenuta il 19 luglio: si indaga su possibili cure sbagliate. La procura di Roma punta a stabilire se le diagnosi e le conseguenti cure somministrate a Purgatori, dopo la presunta individuazione sbagliata di metastasi al cervello, abbiano accelerato il decesso. Fissato per il 21 marzo l’incidente probatorio.
Andrea Purgatori morì per infezione cardiaca
Purgatori è deceduto a causa di un’infezione cardiaca, la cui diagnosi, è una delle ipotesi al vaglio, potrebbe essere arrivata in ritardo. Secondo i familiari del giornalista le sedute di radioterapia che Purgatori sosteneva, per curare metastasi cerebrali (forse inesistenti e diagnosticate da Gualdi), derivanti da un tumore al polmone, avrebbero provocato il decadimento fisico che avrebbe a sua volta favorito l’infezione cardiaca, per altro diagnosticata tardivamente.
Oltre al professore Gianfranco Gualdi e al suo assistente, Claudio Di Biasi, nel registro degli indagati sono stati iscritti anche Maria Chiara Colaiacomo, sempre dell’équipe di Gualdi, e il cardiologo Guido Laudani. La diagnosi fu quella di un tumore al cervello e la terapia data mirava a ridurre le neoplasie. Secondo la difesa il fatto che le metastasi non fossero presenti può dimostrare che la radioterapia abbia funzionato. Il secondo indagato è Guido Laudani. Lui è un cardiologo che ha avuto in cura Purgatori, il quale è morto per un’infezione cardiaca. Chi indaga vuole appurare se anche in questo caso possa essersi verificato un ritardo nella diagnosi. Ma la tesi che piazzale Clodio vuole dimostrare e se ci sia stato un indebolimento fisico del giornalista a causa di altre diagnosi sbagliate.