Dossier, Renzi: “Nel mirino gli avversari della sinistra giudiziaria. Vogliono distruggere, non ricattare”
“Quello che mi colpisce è che le indagini sembrano indirizzate soprattutto contro avversari della sinistra giudiziaria. Questo fa male perché è indice di una cultura politica infetta”. Matteo Renzi parla del caso dossier, analizzando i fatti anche in base alla propria esperienza personale, a partire dalla “violazione del database nel 2019 per avere informazioni sulla mia casa”. “Sarà un caso, le indagini su di me sono cominciate appena ho lasciato il Pd“, ha commentato, svelando che “è una cosa che mi fece notare per primo Silvio Berlusconi”. “Io non credo che ci sia una sorta di cupola. Ma so che chi voleva colpire un avversario prendendo informazioni sensibili poteva farlo grazie a questo sistema illegale e corrotto“, ha proseguito, aggiungendo che “non è una bolla di sapone, ma gli sviluppi non saranno clamorosi perché troveranno un modo molto “romano” per abbassare i toni”.
Renzi sui dossier: “Non volevano ricattarmi, volevano distruggermi”
Intervistato dal Giornale, Renzi, che stasera inaugura la Leopolda, ha spiegato di ritenere, in base al proprio vissuto, che il motore della vicenda non sia quello del ricatto. “Non volevano ricattarmi, ma più banalmente distruggermi”, ha detto, rivendicato di essersi salvato “dal punto di vista processuale e penale” perché “io ho sempre fatto le cose in regola”. “Ma l’obiettivo non è solo quello di farti condannare: il primo obiettivo è quello di farti saltare i nervi, toglierti il sonno, distoglierti dal tuo impegno politico”, ha spiegato Renzi, sottolineando che “ormai con le nuove tecnologie violare il database significa violentarti la vita. Quello che lei chiama ricatto – ha detto a Gabriele Barberis che firma l’intervista – arriva in un momento successivo. All’inizio è solo una guerra di nervi”.
La guerra di nervi contro Crosetto, “ma lui è uomo con la testa sulle spalle”
Di questo meccanismo Renzi ha parlato anche in relazione al caso di Guido Crosetto, dalla cui denuncia è scaturita l’inchiesta attuale sul caso dei dossieraggi. “Oggi Crosetto – ha ricordato – rappresenta tutti gli italiani mentre gli estremisti Houthi attaccano le nostre navi militari nel mar Rosso. È ovvio che dovremmo tutti dare una mano per consentire a Crosetto di lavorare con la testa sgombra da pensieri e inquietudini personali. Invece, no. Invece abbiamo un gruppo di servitori infedeli dello Stato e di giornalisti che viene accusato di violare la legge per creare difficoltà al ministro della Difesa in tempo di atti di guerra contro l’Italia. A me pare una follia. Fortunatamente Crosetto è un uomo con la testa sulle spalle”.