Dossieraggi, FdI: “Ma quale libertà di stampa, pretendiamo chiarezza su autori e mandanti”
Un “verminaio”. Parole pesantissime quelle pronunciate dal procuratore di Perugia Raffaele Cantone nella sua lunghissima audizione, circa tre ore, davanti alla Commissione parlamentare Antimafia sullo scandalo dossieraggio. Parole che destano sconcerto per un fenomeno molto più grave ed esteso di quanto emerso finora.
Dossieraggio, le reazioni all’audizione di Cantone
Non si contano le reazioni alla fotografia scattata da Cantone, che è stato ringraziato dalla presidente dell’Antimafia, Chiara Colosimo, per la scelta “di trasparenza di venire qui a dire tutto quello che si poteva dire”. Fratelli d’Italia punta l’indice sulla gravità di quanto emerso, sulla necessità di fare chiarezza e accertare i mandanti. Si parla di “scenario orwelliano, inaccettabile in una democrazia occidentale”. Parola del senatore Sandro Sisler, componente la commissione Antimafia, per il quale “è poco credibile che le condotte illecite, ben più numerose di quelle oggi note, siano frutto di una iniziativa individuale. Non ci fermeremo fino a quando non avremo scoperto i mandanti e i loro obiettivi”.
Rampelli: sbattere in galera i mandanti
Ancora più esplicito Fabio Rampelli sulla sua pagina Facebook, che procede per punti. “Primo: trovare i mandanti e sbatterli in galera. Secondo: togliere la toga e la divisa ai servitori infedeli dello Stato. Terzo: chiedere ai 4 giornalisti di svelare il segreto professionale, in base agli articoli 200 e 204 del codice di procedura penale e rintracciare i msg cancellati tra loro e Striano. Quarto: demansionare i giudici che utilizzano il loro potere per perseguire finalità politiche destabilizzatrici delle istituzioni. Quinto: demansionare tutte le persone in divisa che utilizzano il loro potere per perseguire finalità politiche destabilizzatrici delle istituzioni”. E dire – aggiunge Rampelli polemico – “che hanno avuto la faccia tosta di criticare i provvedimenti del governo per razionalizzare le intercettazioni. Bisogna agire immediatamente per ripristinare le libertà del cittadino conculcate da sceriffi e giudici dell’anti-Stato”.
Basta con la favola della libertà di stampa
Maria Cristina Caretta, deputata di Fratelli d’Italia, accende i riflettori sulla distinzione tra libertà di stampa e attività di dossieraggio. “Stanno emergendo atti gravissimi sulle cui responsabilità occorre fare chiarezza in tempi rapidi. Non stiamo parlando di violazione della privacy delle persone, che sarebbe già di per sé un atto grave, ma di concreti attentati ai valori fondanti della democrazia, sui cui autori e mandanti non bisogna lasciare nessuna zona d’ombra”. Di scandalo senza precedenti parla la senatrice Cinzia Pellegrino che ricorda come Fratelli d’Italia fin dal primo momento “ha preteso che si facesse chiarezza su quanto sta emergendo dalle indagini della procura”.
Tajani: chi c’è dietro? Chi ha dato l’ordine?
Da Bucarest il ministro Antonio Tajani, che non crede che un sottufficiale possa aver fatto tutto da solo, parla di un’ombra in un Paese democratico. “Sono cose che non devono accadere. Il problema è a monte: qualcosa non ha funzionato”, dice l’esponente di Forza Italia, “non va concentrata l’attenzione sul particolare, ma sul generale: perché? Chi c’è dietro? Chi ha dato l’ordine? Non è una questione di destra o sinistra”.
Occhiuto: più protezione ai dati personali
Il senatore di Forza Italia, Mario Occhiuto, denuncia “un campanello d’allarme che richiama l’urgenza di rafforzare la protezione dei nostri dati personali. La rivelazione di un’ampia rete di dossieraggio abusivo, in cui la mia stessa privacy è stata violata, è un’amara, ulteriore conferma di ciò che ho sempre saputo sui pericoli che corriamo quando le nostre informazioni vengono manipolate da mani invisibili”.